Si svolgerà nella serata di venerdì, 5 maggio alle 18.30, presso la sala conferenze del Santuario della Madonna di Altavilla Milicia, la presentazione del libro: “Un prete scomodo dell’Ottocento – Il caso di Salvatore Grillo”, di Don Francesco Michele Stabile, docente emerito di Storia della Chiesa presso la Facoltà teologica di Sicilia, e del Prof. Salvatore Brancato, libero ricercatore e massimo esperto della storia altavillese.
Il volume, edito quest’anno da “Plumelia”, ripercorre le vicende storiche della Sicilia, risalenti alla seconda metà del XIX secolo, per narrare i fatti in cui si rese protagonista l’arciprete Salvatore Grillo, il parroco che ha proceduto Mons. Arciprete Gagliano nella Chiesa di Altavilla Milicia.
All’evento, collocato nella celebrazione del IV centenario di erezione canonica della Parrocchia Santuario Madonna della Milicia, parteciperà, oltre ai due autori, Mons. Salvatore Priola, Rettore e Parroco del Santuario Madonna della Milicia che provvederà a porgerà i consueti saluti istituzionali, ai quali seguirà l’introduzione di Pino Virga, Sindaco di Altavilla Milicia.
È previsto un intervento a cura del prof. Francesco Barna libero ricercatore.
L’incontro letterario sarà moderato da Mons. Lillo D’Ugo, altavillese e parroco di Belmonte Mezzagno.
Salvatore Grillo: “Un prete scomodo dell’Ottocento”
La storia di Salvatore Grillo era quella di un uomo fuori dal comune: anche se apparentemente poteva sembrava un semplice uomo di chiesa, in realtà si è dimostrato anche un umo d’azione, capace di porsi a guida di un manipolo di rivoltosi che a Palermo assaltò il Palazzo dei Normanni nel 1848, l’anno in cui l’Europa venne scossa da un’ondata di moti rivoluzionari.
Durante questa primavera dei popoli, in cui gli ideali di libertà si risvegliavano da un “torpore” causato dai regimi assolutisti, e si diffuse a macchia d’olio per quasi l’intero vecchio continente l’idea di abbattere i governi insediatisi nella restaurazione post-Napoleonica, un uomo di profonda e vasta cultura, medico, e filosofo conduceva una battaglia, nata dall’ardente desiderio di frenare le ambizioni di una classe borghese diventata troppo invadente, e che non lasciava spazio alle rivendicazioni popolari.
Un prete scomodo: così venne considerato Salvatore Grillo dalla comunità di Altavilla Milicia in quel periodo turbolento della storia europea, in cui da moltissime parti spirava quel “vento di libertà” capace di scaldare gli animi di coloro che non amavano rimanere a guardare mentre i governanti abusavano del loro potere.
Quel vento di libertà cominciò a propagarsi proprio da Palermo: il primo moto rivoluzionario a scoppiare in Europa e che diede inizio a quell’ondata di rivolte, avvenne il 12 gennaio 1848.
La rivoluzione nel capoluogo siciliano portò alla proclamazione, nel luglio 1848, di un “nuovo” Regno di Sicilia indipendente (che sopravvisse fino al maggio del 1849, quando si completò la riconquista borbonica); in questo contesto storico Salvatore Grillo nel suo ruolo di “prete scomodo” con le sue denunce intralciava l’ascesa al potere di una borghesia che lottava per l’acquisizione di tutto ciò che si poteva letteralmente arraffare con ogni mezzo, anche strumentalizzando la devozione alla Madonna, o anche con l’uso della violenza degli scritti o dell’attentato alla vita.
Salvatore Grillo, in quel mondo desideroso di libertà anche a prezzo dell’estremo sacrificio, fu “portatore di lungimiranza e di rigore morale” che manifestò con una coerenza in grado di porsi al di sopra degli intrighi, e delle basse contese paesane.