Emergono nuovi elementi sull’inchiesta avviata dall’autorità giudiziaria per individuare il colpevole dell’omicidio del giovane Rosolino Celesia avvenuto il mese scorso a Palermo: dall’esame di un video da parte degli inquirenti risulta il coinvolgimento di un altro uomo, oltre ai due fratelli già indagati.
In alcuni frame del video, estrapolati dai carabinieri del Comando provinciale di Palermo da una ripresa effettuata dalla telecamera di sorveglianza di un distributore di benzina, si vede una persona che pochi minuti dopo l’assassinio di Celesia prende in mano una pistola.
L’arma la passa a quest’uomo il maggiore dei fratelli arrestati poche ore dopo l’omicidio.
I carabinieri, che indagano con la squadra mobile della polizia sotto il coordinamento della procura, potrebbero identificare l’uomo a breve, dato che si presume la presenza di tutti gli elementi idonei a scoprirne l’identità.
Ci potrebbe quindi essere una svolta decisiva nelle indagini caratterizzate finora da troppi punti oscuri manifestati dalla deposizione confusionaria del maggiore dei fratelli indagati: il 23enne G.O., su cui attualmente grava l’accusa di detenzione illegale di arma da fuoco.
Nell’interrogatorio avvenuto alcuni giorni fa davanti al GIP (Giudice per le Indagini Preliminari) Giuliano Castiglia, il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il sostituto Vittorio Coppola, G.O. assistito dal suo legale Vanila Amoroso, ha infatti dichiarato di non sapere che suo fratello possedeva una pistola, e di non ricordare se era stata lui a toglierla o se era stato lui a passargliela.
Il GIP ha ritenuto necessario non convalidare il fermo per possesso illegale di arma nei confronti di G.O., per le esigenze cautelari legate alle indagini in corso, e per evitare il rischio di inquinamento delle prove, a causa delle versioni discordanti fornite dai due indagati e da altre persone interrogati.
Il fratello minore, il 17enne M.O. si è autoaccusato dell’omicidio. Fornendo una versione dei fatti che riconduce la dinamica dell’accaduto alla conseguenza di una lite; il minorenne venne interrogato nel giorno di Natale.
Il fratello maggiore G.O. ha continuato a rispondere in modo alquanto confusionale agli investigatori, quando gli è stato mostrato il filmato in cui si vede la pistola passare di mano.
«Prendo atto che c’è un passaggio tra le mie mani e quelle di un altro soggetto di una pistola che viene inquadrata, ma non ricordo nemmeno questa circostanza. Non so chi sia questa persona» – è stata la risposta di G.O. agli inquirenti.
L’omicidio di Rosolino Celesia
L’omicidio di Rosolino Celesia venne commesso nella notte tra il 20 ed il 21 dicembre nei pressi della discoteca Notr3 (ex Reloj) ubicata in via Calvi.
In base ad una prima ricostruzione il 22enne, ex calciatore, sarebbe stato coinvolto in una rissa accaduta all’interno del bagno della discoteca, proseguita successivamente in mezzo alla strada in via Giovanni Raffaele, accessibile dalla discoteca da un’uscita secondaria.
In quel momento Rosolino Celesia venne colpito da due proiettili uno al torace, con foro d’uscita nella schiena, e uno al collo.
Per il giovane, portato al pronto soccorso dell’Ospedale Civico, purtroppo non c’è stato nulla da fare; il cadavere rimase al Civico fino all’arrivo del magistrato per le prime indagini avviate dalla squadra mobile della polizia, e alla successiva tac post mortem per poi essere trasferito al Policlinico dove venne sottoposto ad autopsia.
Nel frattempo nei pressi della discoteca Notr3 intervennero diversi agenti della polizia in tenuta antisommossa, e il personale della polizia scientifica per raccogliere indizi dai rilievi balistici.
Sotto un’auto sarebbero stati trovati una cazzottiera e una rastrelliera entrambe sequestrate dalla polizia.
Per i due fratelli indagati, di cui sono note attualmente le iniziali G.O. e M.O., rimane confermata la custodia cautelare in carcere nell’attesa di fare luce su una vicenda oscura culminata in tragedia, in cui potrebbe esserci una svolta grazie all’esame di quel video in cui si nota chiaramente il passaggio di mano dell’arma adoperata per uccidere il giovane.
Al vaglio delle indagini vi è, infatti, la ricerca di ulteriori testimoni o altre persone coinvolte nell’omicidio di Rosolino Celesia in modo da ricostruire con una maggior precisione la dinamica dall’esito fatale in cui il giovane perse la vita, che, in base alla deposizione dei due fratelli (l’unico punto in cui esse concordano finora) è dovuta alla degenerazione di una lite: una tesi che non convince affatto la Procura della Repubblica di Palermo.
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