Rapina da 110 mila euro all’Unicredit di Cinisi. Due banditi armati di taglierino si sono finti clienti e con il volto coperto con mascherina e cappellino sono entrati nell’istituto di credito.
Qui hanno chiuso i clienti e i dipendenti in una stanza hanno sottratto loro telefoni cellulari e portafogli ed hanno intimato i dipendenti della banca di aprire le casse, operazione che ha comportato una notevole perdita di tempo, infatti i malviventi hanno dovuto aspettare l’apertura a tempo della cassa. Nonostante la perdita di tempo i malviventi sono riusciti ad arraffare quanto più soldi possibile e sono fuggiti via facendo perdere le loro tracce. Alla fine con un cospicuo bottino di 110 mila euro. Sulla rapina stanno indagando gli uomini dei Carabinieri della compagnia di Carini.
Rapina Unicredit di Cinisi le Reazioni del Sindacato bancari
“Le Forze dell’Ordine svolgono un lavoro straordinario, ma occorre una migliore organizzazione della sicurezza da parte delle banche, progetti mirati ad attuare una più efficace strategia antirapina, sistemi di difesa più sofisticati e al passo con i tempi, aumento del budget da destinare alla sicurezza, maggiore formazione del personale, apparati di controllo sempre più aggiornati. E, nei casi di filiali particolarmente esposte per allocazione logistica e/o per livelli di business è indispensabile la guardiania armata che costituisce il deterrente più efficace contro i malintenzionati. Non c’è occhio elettronico che può sostituire quello umano. Infine è inutile sbandierare da parte di ABI che il sistema bancario spende quasi 580 milioni di euro all’anno in Sicurezza – lo dichiara Gabriele Urzì del Fabi a commento della rapine all’Unicredit di Cinisi – “sono tante le voci di spesa più consistenti e, forse, meno importanti della sicurezza che sostengono i banchieri a cominciare dalle assurde ed ingiustificate retribuzioni degli Amministratori Delegati delle Banche”.
La rapina di Cinisi avviene all’indomani dell’arresto del commando che aveva rapinato la Credem di Terrasini un’azione eseguita con modalità simili, armi identiche e soprattutto sempre protetti da cappellino e mascherina. Protezione non sufficiente per i 5 malviventi della Credem. Gli inquirenti hanno già acquisito le immagini delle telecamere di video sorveglianza e le testimonianze che sicuramente aiuteranno ad assicurare alla giustizia i rapinatori.
Francesco Biundo – Cinisi Post