A Carini, nel palermitano, un cane meticcio di grossa taglia, che era stato incatenato e che si trovava senza cibo e senza alcun riparo durante il nubifragio di ieri, 15 maggio, è stato tratto in salvo da alcuni agenti della polizia municipale.
L’animale che era legato al collo da una catena lunga circa due metri, si trovava all’interno di un’area privata, intestata a due proprietari che adesso rischiano una denuncia per maltrattamento e abbandono di animali.
La segnalazione del cattivo stato in cui si trovava il cane è pervenuta ieri pomeriggio ai caschi bianchi carinesi, impegnati duramente con le associazioni di protezione civile e i tecnici della ripartizione Servizi a Rete per far fronte alle problematiche insorte in conseguenza delle abbondanti piogge e all’allerta rossa del dipartimento regionale.
Il comandante della polizia municipale di Carini Marco Venuti, dopo avere verificato una segnalazione pervenuta da via Liegi, ha acquisito delle informazioni da alcuni persone residenti nella zona segnalata che confermavano le cattive condizioni del cane, risalenti al giorno precedente.
Da un primo sopralluogo effettuato dagli agenti di polizia municipale, è emerso il quadro pietoso della situazione in cui si trovava lo sfortunato animale che emetteva continui gemiti di lamento.
Al sopralluogo è seguito l’avviso alla centrale operativa, in cui si comunicava la situazione allo stesso comandante che a sua volta ha disposto una comunicazione alla Procura, ed al canile convenzionato per il recupero e il ricovero dell’animale.
Una volta ricevuta l’autorizzazione, dall’autorità giudiziaria, gli agenti della polizia municipale di Carini sono entrati nell’area privata per liberare il cane, salvandolo dalla situazione pessima in cui si trovava.
L’animale, completamente infracidito dalla pioggia battente, e stremato dagli stenti, era ormai afono, non riuscendo più ad abbaiare
Il cane è stato sottoposto a sequestro penale d’iniziativa, ed accompagnato al canile, dove è stato pulito, asciugato e, finalmente, ha potuto mangiare e bere al caldo.
I proprietari dell’area in cui è stato trovato il cane sono già stati individuati, e come è già stato anticipato, rischiano di essere denunciati entrambi per maltrattamento ed abbandono di animali: reati che prevedono, rispettivamente, una pena da 3 a 18 mesi di reclusione, o una multa, e l’arresto fino ad un anno o un’ammenda variabile da mille a 10 mila euro.
In aggiunta c’è anche la sanzione amministrativa per la mancata microchippatura del cane.
Gli agenti della polizia municipale non riuscendo risalire al nome del cane, a causa della mancanza del microchip, lo hanno chiamato “Giove”, come la massima divinità della mitologia romana, che era associata al fulmine, ed agli agenti atmosferici in genere, come la pioggia che ieri, è caduta in modo incessante.
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