Nel 2022, un’icona italiana ed internazionale del mondo Automotive come Alfa Romeo Giulia festeggia 60 anni.
Questo compleanno si rivela l’occasione perfetta per riflettere sul peso della nostra storia nel mondo dei motori, in cui l’Italia eccelleva ed eccelle tanto da diventarne un pilastro a livello internazionale. Il modello nacque come versione più grande della Giulietta ma il Biscione ideò un’auto talmente elegante ed innovativa da conquistare sia fuorilegge che poliziotti.
1962-2022: Buon Compleanno, Alfa Romeo Giulia
60 anni e non sentirli: Alfa Romeo Giulia ancora oggi gli appassionati d’auto ma non solo la ricordano con ammirazione. Il modello successivo alla Giulia del 1955 è stato presentato alla stampa il 27 giugno 1962 all’Autodromo Nazionale di Monza. In quell’occasione, il mondo venne a conoscenza di quella che sarebbe stata la prima auto moderna dell’Alfa Romeo.
La caratteristica principale di quest’auto è stata la sua natura di precorritrice dei tempi. Non a caso, infatti, Giulia ha potuto vantare un ciclo di vita lungo 15 anni, un terzo in più della sua precorritrice, la paffuta Giulietta del ’55.
Durante la sua produzione, Giulia berlina è diventata il modello di maggior successo sino ad allora della Casa del Biscione grazie ai 572.646 esemplari venduti. Inoltre, è riuscita a stabilire un primato che si è esteso a lungo. Infatti, se consideriamo anche le variazioni “sul tema”, ovvero le coupé di Zagato e Bertone, la spider (Duetto) di Pininfarina e la cabriolet Giulia GTC – un altro progetto firmato Bertone – Alfa Romeo Giulia arriverà al milione di esemplari prodotti, numeri sensazionali in quel periodo.
Inconfondibile ed aerodinamica: che linea!
Aggressiva, inconfondibile, sensuale e volitiva: questa è la scocca di Alfa Giulia. L’auto, infatti, poteva contare su dettagli costruiti non solo nel tradizionale stabilimento di Portello ma anche in quello nuovo di Arese.
Il modello aveva in sè l’innovativa scocca a deformazione differenziata che aveva la cellula abitativa rigida. Come risultato, le sue linee erano moderne e d’avanguardia. Giulia, infatti, aveva la coda tronca, che unita alle incavature laterali alla base della linea di cintura che conducevano l’aria dal muso alla coda e un muso basso dalle linee sfuggenti. Questo insieme di lineamenti le garantivano un CX (il coefficiente di penetrazione aerodinamica, ndr) decisamente basso pari a 0,34. Era un risultato decisamente incoraggiante considerando segmento ed epoca.
Questo risultato, però, fu ottenuto grazie all’utilizzo della galleria del vento, un’innovazione dell’epoca. Non a caso, il suo slogan che la rese famosa la descriveva come “la Giulia, l’auto disegnata dal vento”.
Scheda tecnica innovativa
Alfa Romeo Giulia aveva lo scopo di rimpiazzare la Giulietta. Per questo, lo schema meccanico di base era identico. Anche Giulia presentava motore anteriore longitudinale e trazione posteriore. Il propulsore scelto era un 4 cilindri di scuola aeronautica con distribuzione bialbero, creato completamente in alluminio.
A differenza di Giulietta, Giulia pffriva una cilindrata maggiore: da 1290 si arrivava a 1570 cc. Questo fu reso possibile grazie all’introduzione ricoluzionaria delle valvole di scarico raffreddate al sodio.
Le sospensioni anteriori, inoltre, avevano uno schema super sportivo a quadrilateri sovrapposti. Il retrotreno, invece, conservava la tradizionale idea del ponte rigido a cui incrementarono l’efficacia spostando dai semiassi ai bracci longitudinali sia gli attacchi delle molle che quelli degli ammortizzatori. La scatola del differenziale era ancora in alluminio. A cambiare fu il disegno del braccio superiore di controllo dello scuotimento laterale.
A proposito di cambio, quello di Alfa Romeo Giulia era manuale a 5 marce. I freni erano a tamburo: gli anteriori a 3 ganasce e tambuti in alluminio alettato vennero poi cambiato dall’impianto a 4 dischi Dunlop, che divenne ATe dal 1967.
Il 1970 vide l’avvento di nuove introduzioni meccaniche. Le maggiori erano relativi alla pedaliera, spostata verso l’alto ed il freno a mano con la leva a fianco del piantone dello sterzo.
Silvia Giorgi – Palermo Post