La diffusione delle truffe bancarie on line è diventata negli ultimi anni una vera e propria piaga per una larga fascia di utenti che usufruiscono dei vantaggi offerti dall’Home Banking; a lanciare l’allarme è FABI (Federazione Autonoma bancari Italiani).
L’utilizzo dei mezzi di pagamento elettronici è diventato negli ultimi anni sempre più diffuso, grazie anche alla spinta imposta dalle misure per contrastare l’avanzata della pandemia da Covid-19; tuttavia permangono delle criticità da risolvere legata alla sicurezza delle transazioni.
«Continuiamo a monitorare quello che abbiamo definito, a ragione, il lato oscuro della digitalizzazione, cioè la diffusione delle truffe bancarie online ormai vera e propria piaga del settore e, ancorché meno cruente delle rapine in banca, vera e propria emergenza da combattere con strumenti sempre più sofisticati – ha dichiarato Gabriele Urzì, Segretario Provinciale della sede Fabi di Palermo.
Secondo FABI la diffusione delle truffe online è talmente dilagante che, spesso, sfugge a qualsiasi statistica attendibile perché il più delle volte riguarda transazioni di piccolo importo (diffusissime) che non vengono nemmeno denunciate.
Una prova abbastanza evidente dell’enorme diffusione di truffe on line è rappresentata dai ricorsi presentati all’Abf (Arbitro Bancario Finanziario) articolato in otto collegi sull’intero territorio nazionale.
Nel 2021, in base ai dati ufficiali diffusi in un report dell’ABF, sono stati presentati ben 22.382 ricorsi (il 48% dei quali accolti) così divisi per collegi: Torino 8%, Roma 21%, Milano 23%, Bologna 12%, Bari 12%, Napoli 12% e Palermo 12%.
Dalla relazione sull’attività svolta nel 2021 dall’Abf, pubblicata nell’anno successivo, è evidente l’aumento del contenzioso in tema di servizi e strumenti di pagamento: una soglia del 52%; una situazione che ha determinato, nel 2021 la restituzione alla clientela di oltre 20 milioni di euro (a vario titolo, non solo per le truffe).
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