Da pochi giorni si è conclusa la diatriba legale, che andava avanti da molti anni, riguardante il Florio Park Hotel, nota struttura ricettiva di Cinisi che si affaccia sulla spiaggia Magaggiari. Le indagini della Guardia di Finanza di Palermo sono state incentrate su prezzo di acquisizione dell’hotel, che nel 2013 è stato venduto a meno di un terzo del suo valore reale. L’accusa mossa verso due dirigenti della Regione Siciliana è stata quella di danno erariale e la sentenza emanata in primo grado verso i due ora è stata confermata in appello dalla Corte dei Conti.
Tutta la vicenda ha inizio nel 2004 quando la Regione fa valutare il Florio Park Hotel, allora proprietà dell’Ente minerario siciliano, per poi metterlo sul mercato. La valutazione iniziale si aggirava sui 14 milioni di euro e quindi si è provveduto ad indire diverse gare di appalto per la vendita che però sono sempre andate deserte. Così si decise di vendere il complesso all’Albatour, ente che da più di vent’anni gestiva l’albergo, facendo valere il diritto di prelazione, cioè il diritto che attribuisce al suo titolare, in questo caso l’Albatour, una posizione di preferenza rispetto ad altri soggetti a parità di condizioni. Nel 2013 la vendita fu ultimata e grazie ad una serie di sconti, dovuti ad investimenti già sostenuti dalla società e costi relativi ad interventi di manutenzione futura, il prezzo di vendita fu di 4,7 milioni di euro.
Le indagini sono state incentrate su questo mega sconto, effettuato in cambio di posti di lavoro all’interno del Florio Park Hotel. I giudici hanno ritenuto che questo prezzo al ribasso abbia creato un danno erariale ai danni della Regione Siciliana e hanno quindi condannato i due funzionari della Regione a risarcire questo danno. In particolare la condanna in Corte di Appello prevede che l’ex ragioniere generale Mariano Pisciotta paghi un milione e 67 mila euro e la dirigente del Patrimonio Dania Ciaceri risarcisca la Regione con due milioni e 37 mila euro.
Lorenzo Puleo- Cinisi Post