Si apre un nuovo capitolo dell’assegnazione del casolare di Contrada Napoli, appartenuto alla famiglia del boss mafioso Gaetano Badalamenti e successivamente confiscato, dato al Comune di Cinisi ed infine assegnato all’associazione “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”. Era stata fissata, dall’Agenzia per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, per oggi la restituzione dell’immobile a Leonardo Badalamenti figlio del boss di Cosa Nostra. Ma nella mattinata odierna c’è stato un piccolo passo indietro e la consegna del casolare è stata posticipata.
La Giunta comunale di Cinisi, guidata da Giangiacomo Palazzolo, si oppone con fermezza alla restituzione di Casa Felicia diventata da tempo un “Centro di diffusione della Cultura della Legalità messo in rete con gli altri luoghi simbolo delle battaglie antimafia portate avanti da Peppino Impastato”. Affinché il bene non venga restituito l’amministrazione si rifà all’articolo 46 del Codice Antimafia, il quale sancisce che “la restituzioni dei beni confiscati, ad eccezione dei beni culturali… degli immobili e delle aree dichiarati di notevole interesse pubblico… può avvenire anche per equivalente, al netto delle migliorie, quando i medesimi beni sono stati assegnati per finalità istituzionali o sociali, per fini di giustizia o di ordine pubblico o di protezione civile”. Il Comune di Cinisi vuole quindi avvalersi di tale norma, salve diverse disposizioni che revochino o sospendano l’ordine di restituzione, per “mantenere proprietà e possesso del casolare” avvalendosi della “facoltà della restituzione per equivalente secondo le forme ed i modi previsti”. Quindi per fare in modo che il bene non venga restituito l’amministrazione è pronta a versare dei soldi, alla famiglia Badalamenti, pari al valore dell’immobile prima degli interventi di restaurazione fatti dal Comune.
Si fa sentire anche l’Associazione Casa “Memoria Felicia e Peppino Impastato” che definisce la situazione “paradossale, che in primo luogo colpisce la cittadinanza di Cinisi e che è davvero un pessimo segnale per tutti coloro che credono nella Giustizia e nella Democrazia”. Nel comunicato si esprime anche la volontà che Casa Felicia resti a disposizione della collettività per portare avanti la storia di Peppino e gli esempi dell’antimafia. Inoltre aggiungono che la restituzione del bene a Leonardo Badalamenti sarebbe “una sconfitta per la società civile, per chi è morto nel combattere la mafia, per tutte quelle persone che credono nella Giustizia, una Giustizia che deve andare alla sostanza, difendere il bene comune e non basarsi su alcuni cavilli”.
Ancora non si sa quindi come finirà questa vicenda, se il bene resterà al Comune di Cinisi, e quindi a disposizione della collettività, se verrà restituito o se verranno dati dei soldi alla famiglia Badalamenti. Si attendono degli sviluppi entro il 29 Aprile, giorno in cui è stata fissata la revoca della confisca e durante il quale gli eredi di Badalamenti dovrebbero riappropriarsi del casolare.
Lorenzo Puleo – Cinisi Post