Avevamo parlato di Sindaco che rimette il mandato e non di dimissioni, come fatto da tanti autorevoli testate che però non avevano contezza delle dinamiche politiche di Cinisi. La chiara intenzione del post attraverso cui Giangiacomo Palazzolo annunciava le propria dimissioni, ci era, a ragione, sembrata come l’intenzione di aprire un serio dibattito all’interno di Palazzo dei Benedettini. Tanto rumore per nulla, si potrebbe titolare dopo aver assistito al consiglio comunale di ieri sera. Magari ci si sarebbe potuto aspettare qualche retroscena più approfondito della vicenda che aveva portato il 30 settembre scorso il sindaco Palazzolo a rimettere il proprio mandato.
Ma abbiamo potuto ricostruire i fatti, soltanto attraverso indizi, detti e non detti, voci nei corridoi del Palazzo. Tutto parte dall’orribile pratica, tutta cinisara, di inviare lettere di denunce anonime contro questo o quel politico. All’ennesima lettera recapitata negli uffici comunali, la Polizia Giudiziaria ha deciso di vederci più chiaro. Ed é lì che si é verificato l’incidente istituzionale che ha spinto Giangiacomo Palazzolo a cercare confronto e coesione istituzionale, obbligando di fatto tutti a discutere e schierarsi. Infatti, pare che alcuni funzionari comunali abbiano scavalcato l’amministrazione e il sindaco, nel fornire, senza avvisare, la documentazione oggetto d’indagine.
A questo punto nel suo discorso di ieri al consiglio, Palazzolo, conferma di voler ritirare le proprie dimissioni, non prima di stigmatizzare il comportamenti di alcuni uffici comunali “si rischia di far venire meno l’autorevolezza della parte politica su alcuni uffici dell’apparato burocratico, tendenti a voler dimostrare la propensione alla legalità ma solo all’esterno e non al sindaco, questi fatti dimostrano l’erosione del prestigio dell’istituzione comune”.
Discussione aperta, maggioranza compatta nel chiedere al Sindaco Palazzolo di ritirare le dimissioni “il tuo percorso politico non è finito e il paese ha bisogno di te per dire che Cinisi è davvero cambiata. Noi manifestiamo la solidarietà e ti invitiamo a ripensarci sulle dimissioni” afferma nel suo intervento Marina Maltese. Mentre dai banchi della minoranza arriva unanime la voce di solidarietà che condanna le lettere anonime, ma la chiara distanza politica dalle scelte dell’amministrazione. Veemente l’intervento del consigliere Leo Biundo che bolla come “vile pratica delle lettere anonime” sostenendo che ne è vittima lui stesso da 15 anni, ma allo stesso tempo giudica, togliendosi forse qualche sassolino dalla scarpa, l’operato del sindaco fallimentare, e aggiunge che: “si dovrebbe dimettere non per le lettere anonime, ma perché la sua politica ha fallito”
Il consiglio dopo, poco più di una mezz’ora, si conclude con il ringraziamento da parte del presidente Giaimo nei confronti del sindaco che si abbandona ad un parallelismo tra un padre con il difficile compito di educare il figlio e l’azione del sindaco “che servirà a far apprendere e far crescere i cittadini in futuro” .
Francesco Biundo – Cinisi Post