A Palermo arriva una condanna per una donna accusata di omicidio stradale.
Nei confronti dell’imputata, la 41enne Serafina Nuccio, è stata emessa una sentenza di condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione con l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e la revoca della patente di guida.
Nel settembre del 2020 la donna, mentre era alla guida di una FIAT 600, travolse e uccise il 29enne Manfredì Saja che era in sella ad una moto, una Triumph, con un amico, Federico Bardi, il quale rimase ferito.
Il Giudice per l’Udienza Preliminare Ermelinda Marfia, con una sentenza emessa in abbreviato (in tal caso la pena è scontata di un terzo) ha riconosciuto una provvisionale immediatamente esecutiva di 10.000 euro ciascuno in favore dei familiari delle vittime, costituitisi parte civile con l’assistenza degli avvocati Sergio Visconti, Floriana Cangemi e Valeria Torre, a difesa dei parenti di Manfredi Saja, e degli avvocati Fabrizio Fantauzzo e Mario Di Trapani a difesa dei familiari di Federico Bardi.
Il risarcimento definitivo del danno sarà stabilito in sede civile.
Lo scontro dall’esito fatale avvenne a Palermo all’incrocio tra via Roma e corso Vittorio Emanuele.
L’auto guidata da Serafina Nuccio, che risultò essere sotto l’effetto di psicofarmaci, invase la corsia opposta per svoltare a sinistra e nella manovra si scontrò frontalmente con la moto guidata da Manfredi Saja.
Del tutto vani risultarono i tentativi di soccorrere Manfredi Saja da parte del personale sanitario del 118 giunto sul posto, che ha potuto soltanto costatarne il decesso.
Serafina Nuccio nel corso del processo disse che erano stati i medici intervenuti in via Roma a farle assumere i medicinali: una tesi che non ha trovato alcuna conferma.
A Manfredi Saja, studente iscritto alla facoltà di medicina dell’ateneo palermitano, mancava soltanto qualche mese alla discussione della tesi di laurea; il giovane sognava di fare il gastroenterologo.
L’Università degli studi di Palermo decise di conferirgli l’onorificenza di “benemerito dell’ateneo”.