Martina Gentile, figlia di Laura Bonafede, amante di Matteo Messina Denaro, nel corso delle dichiarazioni spontanee rese al GIP di Palermo (in cui si è avvalsa della facoltà di non rispondere alle accuse di favoreggiamento al boss mafioso), ha dichiarato di avere maturato una maggiore consapevolezza nei riguardi dell’uomo che l’aveva cresciuta come una figlia, dopo essersi resa conta di chi fosse veramente il capomafia rimasto latitante per molti anni.
La donna ha pertanto iniziato un percorso di legalità con il supporto fornito da un’associazione antimafia e da assistenti sociali, e ha deciso, inoltre, di lasciare il suo paese, Campobello di Mazara, per andare a insegnare a Pantelleria e prendere le distanze da un contesto in cui non si riconosceva più e che intende oramai lasciarsi alle spalle.
L’indagata, attualmente agli arresti domiciliari sull’accusa di favoreggiamento nei confronti del capomafia, ha dichiarato di aver capito che l’affetto che nutriva per Matteo Messina Denaro era mal riposto, e di essere stata tradita sentimentalmente.
A far acquisire alla giovane, un maggior grado di consapevolezza, sarebbero stati gli atti d’accusa avanzati a suo carico dalla Procura che già nei mesi scorsi aveva chiesto il suo arresto.
Dato che il GIP negò però la misura cautelare in carcere per mancanza di indizi, seguirono nuove indagini e la decisione del giudice di disporre per lei gli arresti domiciliari poiché è madre di una bambina di 30 mesi.
Nel frattempo mesi fa la Procura per i minorenni aveva chiesto al Tribunale la sospensione della potestà genitoriale per Martina Gentile, giustificando tale misura facendo notare il pericolo che potesse educare la figlia ai disvalori mafiosi;.
Su questa motivazione la Procura per i minorenni aveva, inoltre, richiesto al tribunale di Palermo di affidare la figlia di Martina Gentile ad una comunità, nonostante il marito della donna fosse incensurato e non sia stato indagato.
Il procedimento era stato rinviato al 30 gennaio 2024, ma dopo l’arresto della ragazza i PM hanno presentato una nuova istanza al giudice affinché decidesse sulla potestà genitoriale con urgenza, e senza interrogare l’indagata.
L’istanza è stata parzialmente respinta dal Tribunale che ha solo anticipato l’udienza al prossimo 22 dicembre, ma prendendo la decisione di ascoltare l’indagata.