Alcuni autorevoli giornali riportavano ieri dell’interesse di alcune società cinesi nei confronti del Porto di Palermo. Si parlava di investimenti pari a 5 miliardi di euro per farne un hub commerciale tra i più grandi d’Europa.
Fatto difficile da immaginare, più che altro per la situazione infrastrutturale della Sicilia. Oltre al porto, infatti, si sarebbero dovute realizzare strade, autostrade e linee ferroviarie, così da consentire alla merce sdoganata di viaggiare velocemente verso l’Europa percorrendo il tragitto inverso rispetto a quanto accade adesso.
Una suggestione presa sul serio anche dal mondo politico con l’intervento del sottosegretario Giorgio Mulè. “Il porto di Palermo deve sfuggire alle mire commerciali o espansionistiche cinesi. Essendo stato per anni in commissione Trasporti alla Camera, ho visto da vicino i disastri e le mancate prospettive derivate dalle mire cinesi sull’Italia” – chiosava ieri il sottosegretario alla Difesa e deputato di Forza Italia.
Oggi, dopo il polverone alzato, é arrivata puntuale la smentita dei diretti interessati, ossia l’autorità portuale della Sicilia occidentale che in una nota chiarisce: “Dagli organi di stampa si viene a conoscenza di un progetto che farebbe seguito a incontri tra le compagnie cinesi Cosco Shipping Ports e China Merchants Port Holdings e i vertici di Eurispes e che riguarda il porto di Palermo. Si tratta di una notizia che ritorna ciclicamente e di cui l’Autorità di Sistema portuale del mare di Sicilia occidentale, che ha competenza sullo scalo palermitano, non è al corrente. Evidentemente riguarda aree fuori dalla giurisdizione della stessa AdSP ma che non manca ogni volta di creare confusione”.
Confusione che non fa bene né al porto di Palermo, che sta sposando altri progetti per andare incontro alla vocazione turistica del capoluogo siciliano, né ad altre possibilità di sviluppo anche attraverso capitali stranieri, che non possono che far bene al nostro territorio.
Claudia Rizzo – Palermo Post