Una vita dopo il carcere: oltre quaranta le aziende al primo “Jail Career Day”

Claudia Rizzo
da Claudia Rizzo
4 Minuti di lettura
Fotografie di Luca Savettiere

Si ferma d’improvviso il chiacchiericcio di sottofondo e, in un silenzio commosso, l’attenzione dei partecipanti viene subito catturata da un giovane che, col microfono in mano e la voce quasi tremante, racconta: «Sono un ex detenuto e non avrei mai creduto di avere la possibilità di realizzare il sogno mio e della mia famiglia, ossia di avere un lavoro».

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È certamente questo il momento più emozionante del primo “Jail Career Day” organizzato nell’ambito del progetto “Svolta all’Albergheria”, che si è tenuto ieri negli spazi di Scalo 5B. A pronunciare quella frase – che non lascia dubbi sull’importanza delle seconde chances – è Giuseppe Barone, un giovane di 31 anni che, dopo avere scontato la pena detentiva in carcere, ha deciso di cambiare vita.

E lo ha fatto anche grazie alla Cooperativa Rigenerazioni Onlus che lo ha assunto con un contratto a tempo determinato nel suo laboratorio “Cotti in fragranza”, offrendogli di fatto un’opportunità di riscatto e ottenendo, d’altra parte, un valore aggiunto.

“Collega” è il termine con cui Nadia Lodato, una delle referenti della cooperativa, presenta alla platea Giuseppe. Per permettere a una persona di rimettersi in gioco nel segno della legalità, d’altronde, «è fondamentale creare un rapporto in cui non esiste il “noi e loro”, in cui il reato commesso in passato non è più protagonista della nuova storia da raccontare».

Jail Jail platea

Un momento importante che ha permesso di capire a fondo il senso della giornata, unica nel suo genere. Sono state oltre quaranta le imprese di diversi settori – dalla ristorazione all’agricoltura, dal turismo all’edilizia – che hanno incontrato, facendo loro dei colloqui, più di cinquanta persone preparate a partecipare grazie a dei percorsi di professionalizzazione realizzati in collaborazione con Next Nuove Energie per il Territorio.

«Oggi» – afferma Nadia – «si rende concreto il grande lavoro svolto in questi mesi con gli enti istituzionali coinvolti che hanno in carico le persone in esecuzione di pena e con le realtà del territorio che hanno sentito vivo il dovere e il desiderio di dare un contributo per una comunità attenta, responsabile e accogliente, un luogo in cui ciascun soggetto è portatore di bisogni ma anche di risorse. È anche un’occasione per le aziende di interfacciarsi con le persone profilate».

Imprese che sono intervenute con interesse ma anche con visibile coinvolgimento. A confermarlo Eugenia Gini, titolare di un’azienda agricola in provincia di Agrigento che non si è fatta intimorire dalla distanza e che, a fine incontro, ha confidato di avere vissuto l’esperienza dei matching con grande emozione.

Sentimenti diffusi in una sala in cui si respira speranza e dalla quale, si spera, possano presto concretizzarsi proposte di lavoro in grado di esaudire sogni e desideri, dando effettive seconde possibilità a chi ha voglia di rinascere.

È questo, d’altronde, l’invito lanciato da Francesco Gambino, chef del bistrot Al Fresco, e in qualche modo rilanciato implicitamente da Giovanni Rizzuto di “Colori del Sole” e Gaetano Salpietro di “Progetto Olimpo”, due realtà che hanno già intrapreso percorsi di inserimento lavorativo con persone in esecuzione di pena e che si sono presentate al pubblico con la propria testimonianza.

Claudia Rizzo – Palermo Post

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