Si ferma d’improvviso il chiacchiericcio di sottofondo e, in un silenzio commosso, l’attenzione dei partecipanti viene subito catturata da un giovane che, col microfono in mano e la voce quasi tremante, racconta: «Sono un ex detenuto e non avrei mai creduto di avere la possibilità di realizzare il sogno mio e della mia famiglia, ossia di avere un lavoro».
È certamente questo il momento più emozionante del primo “Jail Career Day” organizzato nell’ambito del progetto “Svolta all’Albergheria”, che si è tenuto ieri negli spazi di Scalo 5B. A pronunciare quella frase – che non lascia dubbi sull’importanza delle seconde chances – è Giuseppe Barone, un giovane di 31 anni che, dopo avere scontato la pena detentiva in carcere, ha deciso di cambiare vita.
E lo ha fatto anche grazie alla Cooperativa Rigenerazioni Onlus che lo ha assunto con un contratto a tempo determinato nel suo laboratorio “Cotti in fragranza”, offrendogli di fatto un’opportunità di riscatto e ottenendo, d’altra parte, un valore aggiunto.
“Collega” è il termine con cui Nadia Lodato, una delle referenti della cooperativa, presenta alla platea Giuseppe. Per permettere a una persona di rimettersi in gioco nel segno della legalità, d’altronde, «è fondamentale creare un rapporto in cui non esiste il “noi e loro”, in cui il reato commesso in passato non è più protagonista della nuova storia da raccontare».
Un momento importante che ha permesso di capire a fondo il senso della giornata, unica nel suo genere. Sono state oltre quaranta le imprese di diversi settori – dalla ristorazione all’agricoltura, dal turismo all’edilizia – che hanno incontrato, facendo loro dei colloqui, più di cinquanta persone preparate a partecipare grazie a dei percorsi di professionalizzazione realizzati in collaborazione con Next Nuove Energie per il Territorio.
«Oggi» – afferma Nadia – «si rende concreto il grande lavoro svolto in questi mesi con gli enti istituzionali coinvolti che hanno in carico le persone in esecuzione di pena e con le realtà del territorio che hanno sentito vivo il dovere e il desiderio di dare un contributo per una comunità attenta, responsabile e accogliente, un luogo in cui ciascun soggetto è portatore di bisogni ma anche di risorse. È anche un’occasione per le aziende di interfacciarsi con le persone profilate».
Imprese che sono intervenute con interesse ma anche con visibile coinvolgimento. A confermarlo Eugenia Gini, titolare di un’azienda agricola in provincia di Agrigento che non si è fatta intimorire dalla distanza e che, a fine incontro, ha confidato di avere vissuto l’esperienza dei matching con grande emozione.
Sentimenti diffusi in una sala in cui si respira speranza e dalla quale, si spera, possano presto concretizzarsi proposte di lavoro in grado di esaudire sogni e desideri, dando effettive seconde possibilità a chi ha voglia di rinascere.
È questo, d’altronde, l’invito lanciato da Francesco Gambino, chef del bistrot Al Fresco, e in qualche modo rilanciato implicitamente da Giovanni Rizzuto di “Colori del Sole” e Gaetano Salpietro di “Progetto Olimpo”, due realtà che hanno già intrapreso percorsi di inserimento lavorativo con persone in esecuzione di pena e che si sono presentate al pubblico con la propria testimonianza.
Claudia Rizzo – Palermo Post