Il Daspo Willy, emesso dal Questore della provincia di Palermo, ha interessato una baby gang di dodici giovanissimi palermitani (tutti poco più che maggiorenni e due minorenni), ritenuti responsabili di una lunga serie di rapine messe a segno per le vie e piazze del centro storico della città durante la movida notturna.
I dodici autori dei furti di gruppo sono stati riconosciuti dopo un’intensa attività investigata della locale Squadra mobile e dell’Arma dei carabinieri e sono stati poi sottoposti a misure di custodia cautelare da parte del Gip del Tribunale di Palermo.
L’ANTEFATTO
Alla fine dell’anno scorso, la baby gang per mesi era diventata l’incubo e il terrore di chi è solito frequentare i locali del centro storico di Palermo, dove si svolge la movida.
Il gruppo agiva sempre di sera. Avvicinava le vittime, spesso coetanee, nelle zone affollate dai bar e dai diversi locali notturni, e le costringeva a farsi consegnare cellulari e denaro contante, ricorrendo anche alla violenza con l’uso delle mani, di bastoni o addirittura sotto la minaccia di una pistola.
Dopo ciascun episodio, gli investigatori hanno analizzato le immagini riprese dai diversi sistemi di videosorveglianza installati nelle aree dove i dodici effettuavano le rapine, riuscendo così a identificare alcuni di loro.
Per riportare la tranquillità e salvaguardare la sicurezza di cittadini e turisti, è intervenuto quindi il questore della provincia di Palermo applicando il provvedimento noto come “Daspo Willy”, che vieta ai vari componenti della baby gang di accedere ai diversi locali pubblici del centro storico nonché di avvicinarsi ai luoghi maggiormente interessati dalla movida palermitana.
II divieto, valido fino a un massimo due anni, riguarda un’area urbana molto estesa che comprende via Maqueda, piazza Marina, piazza Magione, via Monteleone, via Roma, piazza Giulio Cesare.
COS’È IL “DASPO WILLY”
La norma applicata alla baby gang palermitana è stata inserita nel 2020 nel Decreto Sicurezza e prende il nome dal giovane di Colleferro, Willy Monteiro Duarte, rimasto ucciso a seguito di una rissa, per la quale sono stati in seguito arrestati quattro ventenni. Proprio quell’omicidio, avvenuto a seguito di un violentissimo pestaggio, ha dato l’input per cambiare alcune norme sulla sicurezza pubblica.
Alfonso Bonafede e Luciana Lamorgese, allora rispettivamente Ministro della Giustizia e Ministra dell’Interno, hanno voluto e inserito un inasprimento delle pene per il reato di rissa e il Daspo dai locali pubblici e di intrattenimento per chi viene denunciato o condannato per atti di violenza fuori da un locale: se violato c’è la reclusione fino a due anni e una multa fino a 20.000 euro.
Claudia Rizzo – Palermo Post