L’allarme rifiuti è alle porte a Palermo, a causa dell’accumulo eccessivo degli stessi nella discarica di Bellolampo.
La III vasca bis, infatti, risulta essere strapiena, più di quanto era previsto, e per questo dovrà essere svuotata dall’immondizia in eccesso; un’operazione che doveva essere ultimata entro il 26 aprile nell’unica altra vasca attualmente in funzione: la IV.
Per Giuseppe Todaro, presidente di RAP (Risorse Ambiente Palermo, Società a capitale pubblico che svolge le attività afferenti ai servizi di Raccolta e Igiene Ambientale nel capoluogo siciliano), ascoltato in Consiglio, il 15 maggio c’era ancora spazio per circa 67.000 tonnellate di rifiuti.
Secondo le prime previsioni, quindi, l’emergenza rifiuti si poteva evitare sino a luglio; adesso, invece, si teme, che al netto del trasporto dell’immondizia accumulata in esubero nella vasca gemella, quest’ultima potrebbe contenere solo 15.000 tonnellate.
Allo stato attuale, quindi, si presume un periodo di autonomia della discarica inferiore ad un mese.
Il Comune di Palermo, a seguito dell’interrogazione presentata dal capogruppo del M5S Antonino Randazzo, e la risposta sollecitata pure dal dirigente del servizio Ambiente del Comune, Ferdinando Ania, richiede alla RAP dati certificati sulla situazione della discarica di Bellolampo; esigendo, nello specifico, dalla società che gestisce lo smaltimento e la raccolta dei rifiuti nel territorio comune, di effettuare le opportune verifiche e gli accertamenti sulla reale capienza della IV vasca, e di fornire, inoltre, una relazione certificata sui volumi residui.
«Abbiamo già affidato la misurazione alla ditta specializzata – ha dichiarato Giuseppe Todaro – Tra una decina di giorni avremo i risultati».
L’incubo dell’immondizia accumulata per giorni per giorni nelle strade di Palermo, sta acquisendo lentamente consistenza per tramutarsi in realtà; uno scenario che sembra essere facilitato dai lavori fermi per costruire la nuova VII vasca, di cui il primo lotto, secondo la vecchia tabella di marcia, avrebbe dovuto essere consegnato verso la fine dello scorso mese di marzo, facendo intravedere una circostanza che avrebbe assicurato ai cittadini di Palermo un sospiro di sollievo, ma anche questa si profila come una labile speranza.
Le opere necessarie ad una maggiore efficacia della discarica di Bellolampo, infatti, non potranno essere completate prima di agosto, e come se non bastasse, non si tratta dell’unico problema, come emerge dall’interrogazione presentate al comune di Palermo da Randazzo.
Il cantiere non è ripreso «per il semplice motivo che non è stata ancora rilasciata la necessaria autorizzazione di variante da parte del dipartimento Rifiuti della Regione – ha scritto il capogruppo del M5S – Se anche i lavori in parola (cioè relativi alla prima tranche della VII vasca, ndr) dovessero essere ultimati oggi stesso, la Rap non potrebbe abbancare lì senza l’intervenuta manutenzione del Tmb (trattamento meccanico biologico, ndr) fisso».
La gara per lavori di manutenzione è stata già aggiudicata un mese fa, ma non sono partiti i lavori che dureranno quattro mesi.
In via ottimista, quindi solo per il mese di ottobre la RAP potrà sistemare i rifiuti nella VII vasca, sempre che abbia superato la fase delle prescrizioni.
Nel frattempo la RAP dovrà sobbarcarsi il costo dei rifiuti in trasferta, che ammonta a circa 10 milioni di euro al mese, o in alternativa fare accumulare la spazzatura sui piazzali.
«si arriverebbe all’assurdo che il giorno stesso dell’avvio dell’esercizio dopo la prima tranche di lavori, la nuova vasca dovrebbe chiudere per saturazione – ha stigmatizzato Randazzo nella sua interrogazione – A ottobre, infatti, i rifiuti sui piazzali ammonterebbero a circa 120 mila tonnellate, che equivale alla disponibilità di quel primo spazio realizzato. Punto e a capo».