A Palermo per 5 minorenni appartenenti ad una baby gang è scattata un’ordinanza di custodia cautelare, su delega della Procura presso il Tribunale per i minorenni, attraverso il collocamento in comunità, emessa dal Gip; nei loro confronti grava l’accusa di lesioni aggravate in concorso.
Il provvedimento, eseguito dagli agenti di Polizia della squadra mobile, fa seguito a un’indagine della sezione Contrasto al crimine diffuso.
I fatti risalgono al 4 dicembre 2022, e si riferiscono ad un episodio di violenza accaduto nella zona di via Candelai, luogo preferito da moltissimi giovani, e che scandisce i ritmi della “movida” palermitana.
Fu proprio in quella data che la baby gang da poco smantellata entrò in azione, mostrando un lato bestiale che si annida nella delinquenza minorile: un vero e proprio “branco” formato da 15 giovani, 13 dei quali minorenni, aggredirono per futili motivi quattro maggiorenni.
Delle 4 vittime dell’aggressione, colpite anche con tirapugni, una di esse subì la frattura della mandibola, e un trauma cranico che ha reso necessario un intervento chirurgico maxillo-facciale con l’applicazione di protesi (placche e viti in titanio) nelle ossa facciali.
L’acquisizione e lo studio delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza che si trovano nella zona dell’aggressione, assieme all’analisi dei tabulati telefonici e dei profili social, permise agli investigatori di riuscire ad identificare i membri della baby gang, tutti già deferiti alla Procura.
Le indagini consentirono di risalire, inoltre, all’identità di altri 8 minorenni, destinatari di perquisizioni e sequestri.
«Una violenza feroce, priva di freni, apparentemente immotivata. In realtà la motivazione che nasconde è più preoccupante perché si alimenta dall’istinto di sopraffazione del prossimo, fino ad annullarlo» – Il commento del Questore di Palermo Leopoldo Laricchia sulla vicenda della baby gang.
«Le lesioni prodotte alle vittime sono gravissime. E tutto in nemmeno due minuti. Neanche il tempo di avvisare le forze di polizia, figuriamoci di intervenire in flagranza.
Le attività investigative subito avviate e condotte dalla questura hanno consentito di ricostruire tutti gli aspetti dell’episodio e tutte le persone coinvolte, naturalmente nei tempi indispensabili per un’indagine che possa supportare provvedimenti ben motivati dell’autorità giudiziaria.
Ora gli atti verranno esaminati sotto il profilo della pubblica sicurezza per valutare l’emissione di ulteriori provvedimenti inibitori previsti dalla legge» – Conclude Laricchia.
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