Jean Alesi è stato arrestato lunedì pomeriggio con l’accusa di aver minacciato il cognato con un ordigno esplosivo. L’ex campione del mondo di Formula 1 di origini siciliane, infatti, ha lanciato un petardo contro il marito della sorella. Le prime difese parlano di uno scherzo di pessimo gusto: ma sarò davvero così?
Un petardo di troppo
Jean Alesi ha sempre avuto un dono fra le mani, quello di regalare emozioni a chi lo ha seguito e tifato quando era pilota. Il dono che aveva fra le mani domenica sera 20 dicembre, però, non è stato altrettanto gradito.
La tranquilla cittadina francese in cui l’ex pilota vive da tempo, Villeneuve-lès-Avignon, domenica sera è stata infatti disturbata da un’esplosione. Gli abitanti del quartiere si sono spaventati ed hanno immediatamente allertato la polizia, che si è recata immediatamente sul luogo con diverse pattuglie per capire cosa fosse avvenuto. Le forze dell’ordine, però, sono state aiutate da un cittadino comune, il quale aveva infatti avuto il tempo di annotare il numero di targa di un’auto sospetta. Proprio questa auto, infatti, prima dell’esplosione si trovava acquattata vicino, a luci spente. A quel punto, la polizia non ci ha messo molto a scoprire chi fosse il proprietario. Il veicolo, infatti, apparteneva a Josè Alesi, il fratello del pilota, che è stato immediatamente arrestato.
Arrestato l’Alesi giusto
La bugia, però, è durata poco. La mattina di lunedì, infatti, l’ex pilota che ha militato nella Scuderia del Cavallino Rampante fra gli anni 1991 e 1995 si è recato in questura ed ha risolto tutto. Alesi ha chiesto di poter rilasciare dichiarazioni spontanee ed è stato ascoltato a lungo. Poco tempo dopo, le manette sono scattate ai polsi di Jean e suo fratello è stato rilasciato.
Il 57enne, infatti, ha dichiarato che in quella macchina c’era lui ma non solo. Erano presenti anche suo figlio ed un amico di quest’ultimo. Secondo le sue dichiarazioni, però, è stato Jean ad avere preso un «grande fuoco d’artificio comprato in Italia» ed averlo lanciato direttamente nella cornice della finestra dello studio d’architettura del cognato. Il sostituto procuratore, però, ha detto che Alesi non si aspettava di procurare un danno di tale portata.
Un «brutto scherzo»?
Il francese di origini siciliane – suo padre Franco era un carrozziere di Alcamo e la mamma Francesca era di Riesi – ha spiegato il motivo di questo colpi di testa. Alesi, infatti, nel ricostruire l’intera dinamica della vicenda ha affermato che il suo intento era solo quello di fare un «brutto scherzo» a suo cognato. Ha inoltre fatto presente che non ci sono tensioni fra loro due e che non ci sono state discussioni nei giorni precedenti. Tuttavia, è curioso notare che la vittima dell’esplosione si sta separando dalla sorella di Alesi.
Silvia Giorgi – Palermo Post