È in programma per il pomeriggio del 5 dicembre, alle 16.00, alla sala Borremans di Palazzo Butera a Bagheria, la presentazione del libro: “Una storia negata – La nascita del capitalismo in Sicilia”, del professore Antonino Morreale.
Il volume, edito quest’anno da Sellerio, è un saggio storico, in cui l’autore, nella sua ultima fatica letteraria, smaschera il cliché ampiamente diffuso nell’opinione pubblica di una Sicilia ancorata al feudalesimo.
All’evento, patrocinato dall’amministrazione comunale bagherese parteciperanno, per i consueti saluti istituzionali il sindaco Filippo Tripoli, gli assessori Giusy Chiello e Daniela Vella, e la consigliera Antonella Insinga.
A dialogare con l’autore durante la presentazione saranno: Vincenzo D’Alessandro storico e professore di storia medievale all’Università di Palermo, e Piero Violante docente di storia delle dottrine politiche presso l’ateneo del capoluogo siciliano.
Le tematiche affrontate dal libro: “Una storia negata – La nascita del capitalismo in Sicilia”
L’ultima opera letteraria di Antonino Morreale si presenta come: «Un saggio, argomentato e tagliente che getta uno sguardo nuovo sulla storia della Sicilia e capovolge la vecchia raffigurazione pregiudiziale di una terra immersa fin oltre l’Unità d’Italia «nell’eterno feudalesimo» – così come emerge da una nota di Vincenzo D’Alessandro.
Nella sinossi del libro si legge: «È possibile una interpretazione che esce dai binari della vulgata di una Sicilia feudale da Ruggero a Portella della Ginestra, per mostrare invece una Sicilia che, tra metà ’400 e primi ’500, si dà una struttura economica inequivocabilmente capitalistica».
Questo saggio, argomentato e tagliente, si pone a sintesi di molti decenni, ormai, di studi storici; precisamente di quelle ricerche empiriche che hanno contraddetto la vecchia raffigurazione pregiudiziale di una terra immersa fin oltre l’Unità d’Italia «nell’eterno feudalesimo» (del latifondo granario, del baronaggio, della società a due classi con un ceto borghese esiguo e indistinto).
Ma è una sintesi che compie anche un passo avanti, radicale e audace: in Sicilia, ancor prima addirittura che nella classica Inghilterra, sorse un modo di produrre merci (in tre dominanti settori dell’economia isolana) fondato sul rapporto tra capitalisti imprenditori e lavoratori salariati, e si affermò quindi una classe borghese imprenditrice capace di emarginare la rendita dal comando e di soggiogare la forza lavoro dei contadini una volta separati dai mezzi di sussistenza.
Nacque qui, insomma, il sistema capitalistico. Questa tesi sorprendente è sostenuta da una mole enorme di lavoro sul campo e negli archivi, che descrive la laboriosità sociale diffusa, mossa da alcuni gangli industriali, che si spense solo con la grande crisi del Seicento.
E dietro la tesi c’è anche – come scrive nella Nota lo storico Vincenzo D’Alessandro – l’alacre storiografia siciliana che ha ben messo in evidenza il fermento trecentesco portatore di una nuova concezione del feudo e l’affermarsi di un patriziato urbano (una nobiltà tutt’altro che immobile e periferica, «rinsanguata dall’arrivo di un nutrito gruppo di immigrati dalla Toscana»).
La minuziosa pittura della «transizione dal feudalesimo al capitalismo» nella regione centrale del Mediterraneo è resa possibile dall’uso di categorie concettuali (soprattutto il concetto di «rapporto di produzione») che provengono da una lettura originale di Marx.
Una rivisitazione il cui percorso è dall’autore ricostruito in modo da chiarire la fecondità di alcuni strumenti analitici marxiani per la storia, che da tempo si tende o a sclerotizzare o a dimenticare.
Il valore anche polemico del libro di Antonino Morreale è evidente già nel titolo: Una storia negata.
Polemico contro l’uso politico – ovvero le varie forme di sicilianismo – di un’Isola che si vuole nei secoli addormentata; e contro le conseguenze della mitica contrapposizione Sicilia/Modernità: «La mafia non era la “guardiana del feudo”, ma l’ala marciante della selvaggia “modernizzazione” capitalistica».
Cenni biografici su Antonino Morreale
Antonino Morreale (nato a Bagheria nel 1946) ha già pubblicato i volumi: “Insula dulcis. L’industria della canna da zucchero in Sicilia (secc. XV-XVII)” – 2006; “Manifatture di seta a Palermo. Baroni e mercanti, filatori e tessitori, mastre e lavoranti (1550-1650)” – 2021, e con Sellerio “Famiglie feudali nell’età moderna. I principi di Valguarnera” – 1995.