Ieri, 17 Gennaio, è stato il 54° anniversario della morte di Salvatore Lo Grasso, detto “Sarduzza”, nato e cresciuto a Terrasini. Il ricordo va a lui per rendere omaggio al suo patriottismo ed al suo coraggio avuti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Salvatore Lo Grasso partecipò alla guerra in un primo momento come componente della Marina militare e poi entrando nella Polizia di Stato. Dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943, si ritrovò a prestare servizio in Veneto, tra Venezia ed il comune di Mirano. Negli ultimi anni della guerra non prestò solamente servizio militare ma aiutò i partigiani che operavano in quelle zone.
In una dichiarazione del Comando Militare, del Maggio del 1944, timbrata dal Comitato di Liberazione Nazionale e firmata dal comandante militare, si attestano le azioni di Lo Grasso a favore dei partigiani. “Si dichiara che l’Agente di P. S. Aus. Lo Grasso Salvatore – si legge nella dichiarazione- svolse nel suo periodo di permanenza a Mirano una costante attività di spionaggio e controspionaggio a favore dei patrioti della zona arrecando ad essi valido aiuto. Per la sua attività ebbe a sopportare 37 giorni di camera di sicurezza, 5 interrogatori durante i quali non compromise alcuno ma anzi cercò di salvare i compagni per quanto gli fu possibile. Rimesso in libertà non cessò dalla sua opera”. Nei mesi successivi i nazi-fascisti fecero numerosi arresti ed interrogatori, sempre nel miranese, fino al tragico epilogo nel mese di Dicembre in cui sei giovani furono uccisi e gettati nella piazza del mercato. Salvatore Lo Grasso riuscì a sfuggire alla ferocia dei nazi-fascisti ed alla fine della guerra ritornò nella sua amata Terrasini.
Le notizie su Lo Grasso le abbiamo non solo grazie alla dichiarazione del Comando militare ma anche grazie ad alcuni ricordi del figlio maggiore Renzo. Lui racconta che il padre non parlava molto della guerra e di ciò che vide e provò in quegli anni, anche per via dell’età dei figli. Alla morte di Salvatore, nel 68, Renzo era poco più che un ragazzino e le due figlie, Lia e Caterina, erano ancora più piccole. Renzo ricorda le lacrime del padre durante i festeggiamenti del 25 Aprile, o durante i film che parlavano della Seconda Guerra Mondiale. “Noi eravamo felici perché guardavamo un film tutti insieme e invece papà piangeva, solo crescendo ho capito il perché delle sue lacrime” dice Renzo, ricorda anche quanto il padre si sentisse fortunato per essere ritornato illeso dalla guerra e dalle violenze che subì a causa delle sue azioni per la liberazione dell’Italia.
La nostra memoria torna così ad un nostro concittadino che lottò per la libertà di tutti noi, che non cedette alle violenze ed agli interrogatori di chi occupava l’Italia, che non tradì mai i suoi compagni. Ma Salvatore Lo Grasso non fu solo questo, ancora oggi a distanza di tutti questi anni viene ricordato come un uomo benvoluto e amato dall’intera comunità terrasinense.
Lorenzo Puleo – Terrasini Post