Ravanusa, figlio prof chiede giustizia

Silvia Giorgi
da Silvia Giorgi
4 Minuti di lettura

La tragedia dell’11 dicembre a Ravanusa che ha ucciso 9 persone, fra cui un prof, è ancora in attesa di giustizia. Ed è quello che chiede il figlio del prof morto nell’esplosione, Mario Emanuele Carmina, ospite a “Unomattina in famiglia”: che arrivi la giustizia a punire i responsabili dell’esplosione che gli ha portato via i genitori, insieme ad altre sette vittime.

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Il figlio del prof morto a Ravanusa chiede giustizia

“Niente e nessuno mi ridarà indietro i miei genitori, né torneranno in vita le altre vittime. L’unica cosa che mi aspetto adesso è che il responsabile o i responsabili di questa tragedia vengano puniti”. Sono queste le parole di Mario Carmina, cariche di rabbia e dolore. Le indagini da parte dei responsabili stanno venendo condotte meticolosamente e stanno andando avanti, l’importante però è che si definisca il responsabile e venga consegnato alla giustizia. Non sono mancati i riconoscimenti in merito, come quando Sergio Mattarella ha ricordato i suoi genitori e le altre vittime, fra cui una donna al nono mese di gravidanza, nel suo discorso di fine anno.

E’ stata un’emozione immensa, mai avevo provato una sensazione di questo tipo afferma Mario -. Anche ora, quando rivedo il discorso del presidente, mi viene la pelle d’oca: è stato un momento emozionante sia per me che per la mia famiglia. Ci ha colti di sorpresa.Tuttavia, come ha già detto l’uomo, i suoi genitori non torneranno indietro. Quella tragedia dell’11 dicembre gli ha portato via non solo un padre ma un amico.

“Non era un semplice rapporto padre-figlio, ma un rapporto di amicizia, ci confrontavamo su tutto”, confida l’uomo ricordando il rapporto fra lui e suo padre. In quell’esplosione, Mario, ha perso anche sua madre.

Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna – racconta mia madre ha fatto molto per la nostra comunità, era un’assistente sociale e si è ritrovata spesso ad aiutare persone in difficoltà, si è sempre impegnata e ci è riuscita nel migliore dei modi. Penso che anche lei verrà ricordata per le tante cose belle che ha fatto per la nostra comunità”.

Ravanusa, oltre la tragedia una comunità

Durante l’esplosione, Mario era a Milano, dove vive e lavora. Ravanusa e il suo quartiere, però, rimarranno nel suo cuore non solo per la tragedia ma per il grande rapporto di amicizia e solidarietà che vigevano sempre fra gli abitantI. 


L’uomo afferma che infatti di quel quartiere porterà con sé i volti e le abitudini” perché “sono nato e cresciuto in quel quartiere”.

Non li dimenticherò mai – racconta – perché, oltre a essere dei vicini di casa, erano persone di cui potersi fidare ciecamente. Ai miei genitori una volta ho detto: ‘Perché non montiamo le telecamere a casa?’. Mi risposero: ‘Le migliori telecamere sono i vicini’. C’era un rapporto meraviglioso di fiducia.”

Silvia Giorgi – Palermo Post

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