I vicoli di Prizzi , un comune in provincia di Palermo, durante la domenica di Pasqua sono animati dal cosiddetto “u Ballu di Diavuli”, il ballo dei Diavoli. È una delle rappresentazioni più caratteristiche della Pasqua in Sicilia, la cui origine si crede risalga alle antiche cerimonie pagane, con cui veniva celebrata la primavera e la rinascita della natura. Nel corso dei secoli, la festa ha attinto a tradizioni e culture differenti tra cui figura quella greca, la cui influenza è testimoniata dall’utilizzo di maschere dalle sembianze taurine. Ad oggi il rito ha un’interpretazione cristiana e protagonisti della rappresentazione sono il Cristo Risorto, la Madonna e, soprattutto, la Morte accompagnata dai suoi diavoli. L’evocazione è sacra e raffigura l’eterna lotta del bene e del male.
I Diavoli indossano una tuta rossa, simbolo del fuoco dell’inferno, sul viso una maschera di ferro con una larga bocca, dalla quale fuoriescono la lingua e dei grossi denti e in mano delle catene, che sbattono per festeggiare la vittoria momentanea del male. La Morte, invece, indossa una tuta di colore giallo, sul viso una maschera, che ricorda un teschio, e in mano una balestra, uno strumento con il quale presceglie le vittime da portare all’inferno. I malcapitati potranno, però, fortunatamente, salvarsi offrendo ad essa un obolo.
Il climax dell’evento è raggiunto durante l’incontro. È questo il momento in cui a Prizzi i diavoli cominciano ad agitarsi e a correre freneticamente per tentare, invano, di impedire il ricongiungimento fra la Madonna e Gesù, le cui statue vengono portate in spalla dai fedeli. Il male riesce ad impedire l’incontro per due volte ma, durante l’Inno di Benedizione della banda, il manto nero della Madonna cade e viene sostituito da uno di colore azzurro. Allegoria, questa, della loro nuova unione in cui non c’è spazio per i diavoli, che sono definitivamente sconfitti dalle spade degli Angeli, intenti a proteggere il Cristo.
Lieti della prevaricazione del Bene sul Male i festeggiamenti si protraggono fino a sera e così sarà anche questa domenica, 17 aprile, in cui sarà celebrata la Santa Pasqua.
È un’occasione questa che, al di là della matrice religiosa, è capace oggi di attrarre l’interesse di tutti.
Marialessandra Cimò – Palermo Post