Palermo, violenza in centro storico: donna colpita alla testa e rapinata

Claudia Rizzo
da Claudia Rizzo
3 Minuti di lettura

Ennesimo episodio di violenza in pieno centro storico a Palermo. La settimana scorsa Claudia Mineo, una donna di 36 anni, è stata colpita alla testa e poi derubata in piazza Magione intorno a mezzanotte, quando stava per salire in auto e tornare a casa.

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Lo racconta lei stessa in un post su Facebook che sta ribalzando di bacheca in bacheca, guadagnando la solidarietà di tanti cittadini che sentono il capoluogo sempre meno sicuro e sempre più abbandonato, soprattutto in alcune aree.

«Avevo parcheggiato la mia Polo Wolkswagen in piazza Magione. Ricordo di aver preso il telecomando per aprire l’auto. Poi il nulla. Dopo qualche ora, quando mi sono risvegliata sotto shock e in stato confusionale, sono andata in un locale di piazza Marina e lì i titolari mi hanno aiutato», scrive la donna.

«Quando mi hanno prestato soccorso, con me avevo soltanto la borsa. Mi avevo sottratto il portafogli, le chiavi di casa e quelle dell’auto, portando via perfino la mia auto e prima ancora il cellulare». Non solo paura e tristezza per gli oggetti rubati, però. Perché alla donna, oltre al «trauma cranico, è stata riscontrata anche la frattura del setto nasale».

La donna ha fatto denuncia ai carabinieri, ma questo ovviamente non basta per sentirsi nuovamente tranquilla, tanto che fra le sue parole si leggono tanta rabbia e sgomento. «Sono stata privata di ogni cosa» – scrive – «questa aggressione mi ha privato della sicurezza del camminare da sola nella mia città a 36 anni; dell’indipendenza, dato che non ho più macchina né carta d’identità né patente; della serenità, visto che non riesco a farmi abbracciare neppure da mia madre e ogni volta che sento una porta che sbatte salto in aria».

Quello che le fa ancora più rabbia, poi, è che quando ha chiesto ai carabinieri i filmati delle telecamera di piazza Magione o dei locali nei dintorni le hanno risposto che «le telecamere riprendono solo le targhe per la Ztl e i locali per legge non possono riprendere il suolo pubblico»: un’ulteriore conferma, per la donna, che «siamo soli. Che alla nostra sicurezza è anteposta la sorveglianza delle auto in ingresso nel centro storico».

 

Claudia Rizzo – Palermo Post

 

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