Palermo, 8 giugno – Il TAR ha accolto il ricorso presentato da una donna che era stata esclusa da un concorso per 110 vice ispettori tecnici di Polizia, perché incinta.
Dopo, aver superato le prove, la candidata era stata ammessa all’esame orale, ma dato che era all’ottavo mese di gravidanza con rischio di parto pretermine, e non potendosi spostare dalla Sicilia a Roma, sede della prova, aveva chiesto tramite PEC di potere sostenere l’esame da remoto, fornendo, naturalmente, anche la motivazione della richiesta.
L’amministrazione, però, non ha risposto alla richiesta della candidata, e l’ha esclusa dalla selezione poiché non presente alla data prefissata per l’esame orale.
I giudici del TAR, come è già stato anticipato, hanno accolto il ricorso presentato dalla donna, tramite i propri avvocati Francesco Leone, Simona Fell e Raimonda Riolo dello studio legale Leone-Fell & C, e hanno disposto, pertanto, la riconvocazione della candidata, che adesso potrà sostenere la prova finale per accedere in polizia.
«Siamo lieti che i giudici del Tar abbiano accolto il ricorso – hanno dichiarato gli avvocati della donna – e abbiano disposto la riconvocazione della ricorrente. La gravidanza non può e non deve essere considerata un ostacolo né lavorativo né tantomeno concorsuale, ma un diritto che va tutelato e difeso» – hanno concluso i legali.