Il Tribunale di Palermo ha condannato Vincenzo Taormina, ex autista della RAP, società dedita alla raccolta rifiuti nel capoluogo siciliano, a 5 anni e 4 mesi per furto aggravato.
Nel processo, svolto con rito abbreviato è stato condannato per lo stesso reato anche un complice di Vincenzo Taormina a 3 anni e 2 mesi.
Taormina ha evitato una condanna ben più pesante, poiché le accuse iniziali sono state derubricate; l’imputato, infatti, era stato chiamato a rispondere nel processo, sulle accuse a suo carico per truffa aggravata, falsa attestazione delle presenze e assenteismo; tuttavia i suoi legali hanno posto in evidenza il fatto che si stava utilizzando del materiale probatorio per un’altra inchiesta in cui lo stesso Taormina è imputato per associazione mafiosa.
Il giudice ha accolto l’eccezione e ha quindi derubricato le accuse.
Il processo è stato originato da un’inchiesta del 2017 in cui Taormina era accusato di aver rubato del carburante con l’aiuto, a volte, di un complice: Giuseppe Galati.
Nell’inchiesta, è emerso, inoltre, che qualcuno avrebbe timbrato il badge al posto suo, mentre lui di fatto non era al lavoro.
Ma queste prove erano state raccolte nell’ambito di un’operazione anti-mafia, in forza della quale è stata applicata a Taormina una misura cautelare, e lo stesso Taormina attualmente è sotto processo.
Negli ultimi anni, numerose operazioni delle forze dell’ordine sono state eseguite nell’ambito delle vicende che ruotano attorno ai dipendenti infedeli della RAP.
Nel dicembre del 2022 furono scoperti furti di carburante alla RAP, e vennero a galla casi di assenteismo.
I carabinieri del nucleo investigativo di Palermo, a conclusione di un’indagine coordinata dalla procura, denunciarono 5 persone, di cui tre dipendenti della RAP.
A carico dei denunciati gravavano accuse a vario titolo, per avere commesso i reati di peculato, truffa in concorso e assenteismo a danno della società partecipata del Comune di Palermo che si occupa della gestione dei rifiuti.
Le indagini, iniziate nel settembre del 2020, si conclusero nel marzo del 2021.
I tre dipendenti della RAP timbravano il badge di uno di loro, garantendone così la presenza e di conseguenza lo stipendio, mentre il dipendente assenteista era in giro per Palermo, causando un danno economico all’azienda.