Le 5 incredibili curiosità sulla Sicilia che non tutti sanno

Claudia Rizzo
da Claudia Rizzo
7 Minuti di lettura

Che “l’Italia senza la Sicilia non lascia nello spirito immagine alcuna”, grazie a Goethe, lo sanno tutti . Quello che forse non tutti sanno, però, è che l’isola non è soltanto incantevole e ricca di storia ma è anche piena di invenzioni e curiosità che vale la pena ricordare, ai siciliani e non. Già, perché molto spesso si finisce per esplorare gli angoli più remoti del mondo, ignorando al contrario panorami e meraviglie sotto casa, che offrono delle chicche molto interessanti da scoprire. Dalla musica al cibo, dalla natura alla medicina, eccone alcune della nostra terra.

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Le 5 curiosità sulla Sicilia

1. Il gelato, che passione. Lo diamo tutti per scontato mentre lo gustiamo in un’ottima brioche, o per dirla alla siciliana “brioscia”, ma ci siamo mai chiesti com’è nato? A quanto pare dobbiamo ringraziare il cuoco Francesco Procopio de Coltelli (al secolo Cutò) che, con spirito imprenditoriale e tanta curiosità, ebbe un’intuizione fenomenale. Nato a Palermo o Acitrezza (ci sono pareri discordanti in merito) a metà del ‘600, Francesco Procopio Cutò lasciòpresto la sua Sicilia per trasferirsi a Parigi, dove nel 1686 aprì il “Café Procope”, sito ancora oggi al numero 13 di Rue de l’Ancienne ComédieProprio qui divenne famoso per i sorbetti, che lavorava conuna macchina ereditata dal nonno e che erano stati inventati dagli arabi. Ma non si fermò con le idee. Sperimentando e aggiungendo alla ricetta altri ingredienti, diede vita infatti algelato moderno. Ecco perché da molti ne è considerato il “padre”.
2. Rifacciamoci il naso. Una curiosità che ancora una volta vede la Sicilia come protagonista è che tra i primi “padri” della chirurgia plastica moderna figurano due medici siciliani. Sono Gustavo e Antonio Branca ed è a una tecnicadi rinoplastica da loro praticata che si deve la disciplina modernaNiente di così sconvolgente, penserete. E invece lo è, perchéparliamo del lontano 1450, anno in cui i due cominciarono a usare segmenti cutanei delle guance e della zona interna della bocca per rivestire le lesioni e ricostruire le narici.

In particolare, Antonio Branca inventò una tecnica che gli permetteva di utilizzare un lembo peduncolato del braccio che, unito al moncone del naso per un tempo sufficiente, dava modo di rivascolarizzare e ricreare i tessuti utilizzati per la ricostruzione della piramide nasale.

3. Il castagno dei 100 cavalli. Altra curiosità che non tutti forse sanno è che in Sicilia si trova l’albero più longevo d’Italia. Ai piedi dell’Etna, nel comune di Sant’Alfio, si trova infatti un castagno che vive qui da tre-quattro mila anni e che viene chiamato “dei cento cavalli”. Perché?

Leggenda vuole che intorno al 1400 la regina Giovanna d’Aragona fosse a caccia con un seguito di cento cavalieri. All’improvviso, però, scoppiò un violento temporale. La comitiva trovò quindi riparo proprio sotto le fronde del castagno, che nel 2006 è stato pure insignito dall’Unesco della qualifica di “Monumento messaggero di pace”.

4. Fata Morgana è un’illusione ottica. Passando da unacuriosità all’altra, vi vogliamo raccontare di un fenomeno ottico che si può osservare in particolari condizioni atmosferiche nei giorni caldi e limpidi d’estate nello Stretto di Messina: in queste occasioni, sembra quasi che con un semplice salto si possa passare dalla costa della Sicilia a quella della Calabria e viceversa.

Si tratta dell’inganno dell’astuta Fata Morgana la quale, dopo aver condotto il fratello Artù fino ai piedi dell’Etna, decise di non andare più via dalla Sicilia e di costruire la sua casa proprio tra il vulcano e lo stretto di Messina. Nessun marinaio da allora riuscì ad avvicinarsi. Ogni volta che qualcuno cercava di raggiungere la Sicilia dal polo opposto, Morgana infatti gli faceva credere che le due sponde fossero molto vicine: tra gli sfortunati anche il re normanno Ruggero che, gettandosi in acqua convinto di poter raggiungere l’altra sponda a nuoto, annegò dopo poco. Una leggenda ovviamente. In realtà, esiste una spiegazione scientifica a tale fenomeno. Si tratta infatti di una reazione atmosferica causata da una variazione della temperatura che altera la densità e la rifrazione della luce.

5. Il jazz e la Sicilia. Una curiosità nel mondo della musica non poteva certo mancare. Ecco quindi la chicca: l’avreste mai detto che nelle origini del Jazz scorre sangue siciliano?

Proprio così. Il 26 febbraio 1917 Nick la Rocca, nato a New Orleans nel 1889 ma figlio di emigranti siciliani, incise infatti il primo disco jazz della storia a New York. Le sue radici sicule erano legate sia al padre che alla madre (uno di Salaparuta, l’altra di Poggioreale) che nel 1880 emigrarono in America, come moltissimi d’altronde in quel periodo. Livery Stable Blues il titolo del disco che vendette più di un milione di copie e che permise al gruppo di La Rocca di diventare la band più pagata al mondo nel giro di poche settimane.

Claudia Rizzo – Palermo Post

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