Villa Costa riapre, ma a metà

Claudia Rizzo
da Claudia Rizzo
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Sarebbe dovuta rimanere aperta una volta terminata la concessione ai privati, continuare a essere una sala lettura e costituire un polmone verde accessibile per adulti e bambini. Il condizionale, però è d’obbligo quando si parla di Villa Costa, uno dei giardini comunali più apprezzati di Palermo che per diversi anni ha visto i suoi cancelli sbarrati. 

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Oasi verde che in zona è sopravvissuta al sacco edilizio della Conca d’oro, la villa intitolata al magistrato Gaetano Costa – assassinato dalla mafia nel 1980 – ha rappresentato un punto di riferimento per la comunità, con ampie aree di sosta, vasche d’acqua, spazi attrezzati per il gioco dei più piccoli e un immobile all’interno adibito a caffè letterario. 

La sua è una storia travagliata fin dalla nascita: da sempre al centro di interessi pubblici e privati, tra contenziosi, impegni non mantenuti e abbandoni di varia natura, dopo anni di onorato servizio Villa Costa nel 2018 ha chiuso i battenti, dopo che la società “Velaria”, che aveva in locazione l’edificio, ha cessato la sua attività. 

La situazione è poi precipitata nell’anno della pandemia, durante il primo lockdown, quando la struttura, che prima ospitava il locale “Costè” e una piccola biblioteca particolarmente apprezzata dagli studenti, è stata gravemente danneggiata a seguito delle ripetute incursioni dei vandali che nulla hanno lasciato dell’antico splendore. 

Una grande amarezza per l’intera città, ma soprattutto per i residenti di quella zona. La notizia della sua riapertura, comunicata proprio qualche giorno fa dall’Amministrazione comunale, è quindi una vittoria attesa da tempo dai tanti cittadini che, durante questi anni di chiusura, non si sono comunque arresi. 

Hanno chiesto a gran voce di potersi riappropriare della villa, anche con iniziative pubbliche e una petizione che ha raccolto più di cinquemila adesioni, e grazie al comitato che si è fatto promotore dell’iniziativa sono riusciti a raggiungere il primo importante obiettivo. 

Non è finita qui, però, e lo sanno anche loro. Perché i lavori finora effettuati hanno interessato soltanto il ripristino dell’impianto di illuminazione, l’abbattimento delle barriere architettoniche, la sistemazione dei viali, della fontana e di tutta l’area a verde, ma non la struttura che si trova all’interno. 

L’immobile è stato recintato per motivi di sicurezza in attesa di un progetto non ancora definito che lo vedrà «destinato ad attività  sociali», come hanno dichiarato il Vicesindaco Fabio Giambrone e l’assessore Sergio Marino senza però entrare nello specifico e dare indicazioni in merito.  

Tanti dubbi ancora sul futuro, quindi, ma con una certezza in tasca: la data per la riapertura del giardino, che ormai è stata fissata al 30 marzo e che stavolta non potrà essere disattesa. 

Quel giorno i cancelli chiusi finalmente riapriranno e la villa tornerà ad essere punto di riferimento e luogo di ristoro per i cittadini palermitani che, a seguito dell’emergenza sanitaria, hanno riscoperto la bellezza di stare all’aria aperta in mezzo al verde. 

Quello che non sappiamo, però, è quando potranno varcare la porta di un edificio che da troppo tempo attende di essere nuovamente vissuto, considerando soprattutto il tempo che ci è voluto per rimettere in sesto lo spazio esterno e il fatto che fra pochi mesi (dettaglio da non trascurare) scadrà il mandato dell’attuale Amministrazione comunale.

Claudia Rizzo – Palermo Post

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