Si chiamerà “Falcone e Borsellino” l’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, luogo simbolo della lotta alla mafia, costruita in pochi mesi, tra il 1985 e il 1986, per ospitare il maxiprocesso con i suoi 475 imputati, 900 tra testimoni e parti lese, 600 giornalisti da tutto il mondo, testimoni e avvocati.
La cerimonia di intitolazione si svolgerà nel pomeriggio di sabato 12 novembre, alla presenza, tra gli altri, del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del ministro alla Giustizia, Carlo Nordio e dell’Interno Matteo Piantedosi.
L’iniziativa, organizzata dall’Asssociazione Nazionale Magistrati di Palermo, dalla Fondazione Progetto Legalità e dalla Fondazione Vittorio Occorso, conclude le celebrazioni previste per il trentennale delle stragi del 1992.
«L’intitolazione ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino dell’aula bunker in cui è stato celebrato il primo maxiprocesso alla mafia a coronamento del loro lavoro segna una linea di confine tra un prima e un dopo. Il maxiprocesso è la prima vera risposta dello Stato che finalmente afferma la propria autorità e rappresenta il crollo del mito dell’invincibilità della mafia – hanno spiegato il presidente della Corte d’Appello Matteo Frasca e la procuratrice generale nel corso della conferenza stampa. – Vogliamo che la memoria diventi germe vivifico attraverso la cultura, di cui l’arte è la massima espressione. Per questo abbiamo pensato di rappresentare, a distanza di 30 anni dalla sua composizione, il requiem per le vittime della mafia scritto da sette musicisti dopo le stragi del 1992, su testo di Vincenzo Consolo con l’idea di farlo sentire alle giovani generazioni».
Alla cerimonia, prevista per le 16, seguirà, alle 16.45, il convegno dal titolo “Quando l’arte si fa strumento di legalità”. A presentare il dibattito saranno il presidente del tribunale di Palermo, Antonio Balsamo, e il procuratore della Repubblica, Maurizio De Lucia. Interverranno anche Giovanni Canzio, presidente emerito della Cassazione, l’ex procuratore aggiunto Leonardo Agueci, lo storico della musica, Dario Olivieri, il presidente del Conservatorio di Bari, Marida Dentamaro, il pianista Emanuele Arciuli, il compositore Marco Tutino, la docente di Sociologia della devianza dell’università di Palermo Alessandra Dino, il sovrintendente del Teatro Massimo, Marco Betta e il giornalista Davide Camarrone. A coordinare i lavori saranno Melina Decaro e Giovanni Salvi, rispettivamente segretaria generale e presidente del comitato scientifico della Fondazione Occorsio. Le conclusioni saranno affidate al procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, al procuratore generale della Cassazione, Luigi Salvatore e al primo presidente della Suprema Corte, Pietro Curzio.
La “Giornata conclusiva dell’anno di commemorazione delle stragi di Capaci e Via D’Amelio” proseguirà alle 20.30 al Teatro Massimo di Palermo, riservato per l’occasione alle scuole e in diretta video sulla web TV del teatro per tutti i cittadini, con la terza esecuzione del Requiem per le Vittime della Mafia, opera collettiva di sette compositori italiani contemporanei, Lorenzo Ferrato, Carlo Galante, Paolo D’Arcà, Matteo D’Amico, Giovanni Sollima, Marco Betta e Marco Tutino, che fu eseguita per la prima volta il 27 marzo 1993 all’interno della Cattedrale di Palermo in diretta su Rai3.
All’interno dell’aula bunker è stata allestita la mostra fotografica dell’Ansa “L’eredità di Falcone e Borsellino”, in questi anni ospitata nelle scuole di tutte le regioni italiane. E proprio alle ragazze e ai ragazzi, che quando Palermo viveva il periodo dei morti ammazzati per mafia non erano neppure nati, è affidato il compito di custodire e rigenerare la memoria. Saranno oltre 1.200 gli studenti di tutta la Sicilia a partecipare alla giornata, insieme alle autorità civili e militari, ai vertici degli uffici giudiziari e investigativi e al sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.
La giornata-evento dedicata alla memoria si ripeterà il prossimo anno, in data da definirsi, a Firenze, grazie alla collaborazione di Anm Firenze per ricordare il trentennale della strage di via dei Georgofili del 1993. La volontà degli organizzatori è quella di ripetere una giornata come quella del 12 novembre ogni anno in una città diversa del Paese.