Il quartiere dell’Albergheria di Palermo è l’emblema di cosa voglia dire strappare pezzi di città al degrado, ridare nuova vita a una piazza, renderla uno spazio sicuro in cui i bambini e le bambine possano giocare, in cui le persone possano incontrarsi. Negli ultimi anni è già successo diverse volte, grazie al lavoro di alcune associazioni che con costanza, giorno dopo giorno, si prendono cura di un territorio difficile e di una comunità che ha bisogno di sentire la presenza delle istituzioni, che arranca e che deve riscoprire l’importanza del bene comune.
Adesso, insieme a un altro quartiere altrettanto complesso ai margini della città, lo Zen, il quartiere del mercato di Ballarò è al centro dell’intervento di un nuovo progetto dal titolo “Ri-generazioni per accorciare le distanze” che verrà presentato alla collettività venerdì 27 gennaio alle ore 18, presso la Camera a sud del ristorante multiculturale e coworking Moltivolti, all’interno dell’evento “Spazi futuri”, a seguito di una tavola rotonda dal titolo “La città di tuttə”, nel corso della quale ragazze e ragazzi di età compresa tra i 14 e i 35 anni a rischio di marginalità si interrogheranno su come rendere la città più inclusiva, parleranno degli spazi che vorrebbero, di quelli già rigenerati e di quelli inutilizzati, di futuro e di sostenibilità, producendo delle proposte di cambiamento da presentare ai rappresentanti delle istituzioni.
Gli obiettivi vanno dal ripensare la città a partire dai suoi spazi, renderla più verde, mapparne problematiche e bisogni, individuare soluzioni e mettere in campo interventi di rigenerazione urbana, all’accrescere le opportunità di partecipazione inclusiva alla vita culturale, sociale ed economica dei territori di riferimento, contribuendo alla costruzione di un’immagine dei quartieri lontana dagli stereotipi che tristemente li accompagnano.
A portare avanti il progetto, che si concluderà a gennaio del prossimo anno e che è stato avviato con il sostegno dei fondi del bando “Fermenti”, un’iniziativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri, gestita dal Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale e finalizzata a favorire idee capaci di attivare i giovani rispetto alle sfide sociali individuate come prioritarie per le comunità, sono le associazioni Laboratorio Zen Insieme e Per Esempio Onlus che da oltre dieci anni operano da una parte all’altra della città nel tentativo di sanare delle ferite in contesti particolarmente vulnerabili dal punto di vista sociale e materiale, insieme alla cooperativa sociale Orto Capovolto che promuove l’agricoltura urbana attraverso la pianificazione e la realizzazione partecipata di spazi vocati al verde “commestibile” e di progetti di educazione ambientale.
«Il valore aggiunto del progetto “Ri-generazioni per accorciare le distanze” – spiega Fabrizio Arena, presidente di Laboratorio Zen Insieme – sta nella sua realizzazione in due diversi quartieri di Palermo. Non due linee parallele, ma anzi un’opportunità di confronto e scambio di buone pratiche. E proprio quelle buone pratiche diventeranno patrimonio della città tramite lo sviluppo di una web app che riguarderà e coinvolgerà tutti i cittadini e la formazione sul turismo relazionale che renderà tutto ciò un patrimonio condiviso. Un progetto non soltanto continuativo e sostenibile nel tempo, ma anche extra-territoriale e replicabile ovunque».
Grazie alla costituzione di due comitati di quartiere, “Ri-generazioni per accorciare le distanze” ha già coinvolto sessanta ragazze e ragazzi in condizioni di fragilità, da giovani provenienti dal circuito penale minorile a giovani mamme, che saranno impegnati nel contribuire al miglioramento dei territori in cui vivono. Alcuni di loro tra qualche mese saranno selezionati per partecipare a una formazione come tour-leader, gestita dalla cooperativa turistica Terradamare, che sarà occasione per apprendere nuove competenze nel settore del turismo relazionale esperienziale oltre a nozioni di storia urbanistica e architettonica del territorio, dei mezzi di comunicazione idonei, di accoglienza turistica con il fine ultimo di realizzare dei percorsi culturali nel quartiere, coinvolgendo la restante comunità del luogo e gli esercizi commerciali. Un lavoro di cura degli spazi e cura delle comunità che porterà in un anno a riqualificare, in seguito a un percorso di progettazione partecipata in cui tutti i partecipanti, coadiuvati da un architetto, avranno tra le mani carta, matite, metri e rulline prima, pale, martelli, vernici e rastrelli poi, tre spazi attualmente inutilizzati di Palermo, due all’interno dei quartieri interessati dal progetto e un terzo da scegliere in tutta la città, con il coinvolgimento di tutti i cittadini grazie a una web app.
Lo step successivo alla presentazione del progetto al pubblico sarà la mappatura della città. Questa fase ha come reference il progetto “MappiNa”, una piattaforma di collaborative mapping nata a Napoli per dare vita a una diversa immagine delle città attraverso il contributo, critico e operativo, dei suoi abitanti.
In contesti socio-economici e culturali prevalentemente segnati da povertà, lavoro precario, lavoro nero, disoccupazione e criminalità, condizione femminile caratterizzata da bassi livelli di occupazione, di istruzione e da violenza domestica, e stigmatizzazione che provoca segregazione, “Ri-generazioni per accorciare le distanze” vuole avviare un processo trasformativo che parte dal basso, migliorare la qualità della vita dei cittadini e puntare sulla promozione dell’individuo grazie alla scoperta delle risorse personali e comunitarie, facendo leva sulla cittadinanza attiva e il reale esercizio dei diritti sociali e civili come strumenti per il riscatto e la riqualificazione di un territorio.