Dopo mesi di ostinato 4-3-3 finalmente Corini cambia modulo ed arriva un pareggio che sta stretto. Con i tre uomini dietro finalmente Mateju si accomoda nel luogo più consono alle sue capacità: la panchina. In avanti per la seconda partita consecutiva Brunori e Di Mariano sono vicini, si cercano, si capiscono e riescono anche ad essere pericolosi. Il centrocampo purtroppo non va per le assurde geometrie di Stulac, nettamente il peggiore in campo dei rosanero. Passano 9 minuti e Meccariello scappa a Bettella su calcio d’angolo e con un gran tiro batte Pigliacelli.
Il Palermo accusa il colpo e non riesce a reagire immediatamente, la SPAL ha più occasioni per chiuderla, ma spreca ed incontra un Pigliacelli attento. La partita è giocata con agonismo, ma non è cattiva, eppure Marco Di Bello, un internazionale, fa fioccare cartellini da una parte e dall’altra. Come spesso accade quando un direttore di gara che si sente arrivato ostenta una sorta di autoritarismo, gli errori di valutazione fioccano ed è un peccato perché spezzetta il gioco di due squadre che si affrontano a viso aperto. Il Palermo ha ripreso il pallino del gioco in mano e con un colpo da biliardo il solito Brunori fa uno ad uno su assist di Di Mariano.
Un pareggio che non serve a nessuno
Il cambio di modulo giova ai rosanero che sono più corti ed equilibrati con il 3-5-2 e arrivano più volte ad impensierire l’estremo difensore della SPAL, come del resto sul fronte opposto soltanto uno straordinario Pigliacelli nega la gioia del goal agli emiliani. Si cambia esce finalmente Stulac, ma la musica non cambia con Broh decisamente impreciso e Saric quasi dannoso al posto di Segre. Vido va a sostituire uno stanco Di Mariano e fa anche goal, peccato per un leggero fuorigioco di Sala sul primo tiro respinto da Thiam. Soleri entra praticamente a tempo scaduto, il pessimo Di Bello concede soltanto 3 minuti di recupero (neanche i cambi sono stati recuperati) e la partita si chiude sull’uno a uno.
Un pareggio che serve poco ad entrambe le compagini che restano di poco sopra la zona playout. Un’altra occasione sprecata da una squadra che ha ritrovato un equilibrio in campo, chissà se durerà il gioco con le due punte, ma che ancora non convince soprattutto per la scelta degli interpreti. La cosa che fa specie è questo continuo sperimentare che si trascina ormai da 5 mesi ed è sintomo di una grande confusione che non accenna a passare.