Il 14 Novembre è stata inaugurata la mostra dal titolo “The Border Line” che resterà aperta al pubblico fino al 18 Novembre, dalle ore 09:00 alle ore 18:00, presso la Sala mostra “Anna Maria Fundarò” sita nel Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo.
“The Border Line” è un documentario realizzato da Dario Cangemi (che si è occupato di scrivere soltanto i testi del libro) e da Guglielmo Brancato, Gabriele Campanella, Vincenzo Lo Iacono e Nicola Pergolini che, nel periodo che va dal 10 al 16 Marzo, si sono recati a Medyka: la porta d’Europa polacca dove i profughi ucraini trovano accoglienza. Il progetto ha ad oggetto il percorso che vivono gli ucraini in fuga dalla guerra e i soggetti ritratti sono prevalentemente donne e bambini. “È strano notare -afferma Guglielmo Brancato- come i bambini, nel tragitto, in cui vengono portarli in salvo dall’Ucraina, non capiscano cosa gli stia accadendo. Giungono, così, apparentemente al campo profughi inconsapevoli del proprio destino ma è proprio lì che, immediatamente, acquisiscono una consapevolezza innata.”
Guglielmo prosegue raccontando di quando, il terzo giorno sul campo profughi, ha conosciuto Olga (nome fittizio): una ragazza forte polacca che, ogni giorno, col suo van percorre le strade che collegano Cracovia a Kyiv e che l’ha invitato a seguirlo. “La guerra che ho visto -continua- è una guerra di conseguenze: fatta di buio, di attese e silenzi assordanti alternati, soltanto, dalle esplosioni delle bombe.” Ogni minuto della vita che scorre assume un sapore dolce amaro: dolce perché si rinnovano sentimenti, ormai, alieni, come la mera gioia di vedere una madre ballare col proprio figlio ma, contemporaneamente, amaro perché ci si commuove nel vedere un padre che abbraccia per l’ultima volta la sua famiglia. Si prende, in tal modo, consapevolezza di come si viva ogni giorno ciecamente e di quanto sia fragile la nostra vita, che -da un momento all’altro- potrebbe essere distrutta dall’avidità dell’uomo o dalla sua stessa ignoranza. Ciononostante, ci si potrebbe scoprire ancora umani guardando le foto di questa mostra, che sono in grado di evidenziare la sinergia creatasi fra gli ucraini e i volontari: persone ieri sconosciute, oggi familiari.
L’approdo ad Unipa del documentario è dovuto ai ragazzi che fanno parte di Vivere Architettura e in particolar modo a Giorgia Intrivici ed Emanuele Di Giorgio. Il progetto, inoltre, è stato già presentato a Torino presso ARTeficio e a Palermo presso Villa Airoldi e Marte Studios.
Marialessandra Cimò – Palermo Post