«Oggi vedete come sono vestito? Non mi fate sentire un pupo», scherza emozionato Mimmo Cuticchio, con toga nera e tocco davanti alla platea di docenti nell’Aula Magna di Lettere dell’Università degli Studi Roma Tre. Stamattina il re dei pupi e del cunto ha ricevuto la laurea honoris causa in Teatro, Musica, Danza.
«Ha traghettato nel terzo millennio la tradizione dei pupi siciliani di scuola palermitana e del cunto, innovando e sperimentando attraverso la costante ricerca di nuovi linguaggi, la contaminazione dei generi, il lavoro sul territorio e nelle periferie», con queste parole gli viene conferito il prestigioso titolo. Alla cerimonia era presente anche la figlia del Presidente della Repubblica, Laura Mattarella.
Mimmo Cuticchio nasce nel 1948 a Gela, nel retropalco del teatrino del padre Giacomo, che negli anni Cinquanta girovagava in Sicilia, terzogenito di una numerosa stirpe pupara. Fa un periodo di apprendistato con l’ultimo cuntista di tradizione ottocentesca, Peppino Celano, nel 1971 si distacca dalla compagnia paterna e forma il gruppo “Figli d’Arte Cuticchio”, lavorando nelle scuole di ogni ordine e grado. Nel 1973 apre il Teatro dei Pupi Santa Rosalia a Palermo, in via Bara all’Olivella, dove ancora oggi si rappresenta il ciclo della storia dei paladini di Francia e dove la conservazione del patrimonio di tecniche tramandate da padre in figlio o da maestro ad allievo è un valore essenziale. Nel 1977, fonda l’associazione “Figli d’Arte Cuticchio” che accorpa l’omonima compagnia con tre capisaldi: il recupero delle tecniche tradizionali dei pupi e del cunto, la ricerca e la sperimentazione.
Oltre all’attività di produzione, il gruppo Figli d’Arte Cuticchio promuove e organizza mostre e rassegne. Nel 1985 dà vita a “La Macchina dei Sogni”, un festival teatrale dedicato al teatro di figura e alla narrazione. Nel 1997 Mimmo Cuticchio apre i battenti del suo laboratorio e realizza la prima scuola per pupari e cuntisti, con l’obiettivo di garantire un futuro al teatro dei pupi e al cunto.
L’Unesco, nel 2001, riconosce l’opera dei pupi “patrimonio immateriale dell’umanità”, e nel 2013, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo con un decreto dichiara l’archivio cartaceo dell’associazione Figli d’Arte Cuticchio di interesse storico.
Da oltre mezzo secolo, Mimmo Cuticchio porta i pupi nel mondo, oggi è il maestro indiscusso del cunto. Stamattina ha lanciato anche un messaggio importante alle nuove generazioni. «Quando si vede la baracca con un burattinaio o una struttura del teatro delle marionette, bisogna avvicinarsi. – ha detto. – Le marionette e i pupi sono il mezzo di comunicazione più antico che abbiamo. Il messaggio che vorrei dare ai giovani è di fare attenzione, perché non si tratta di un giochino. Dietro i burattini c’è un universo di tecniche e saperi. C’è un mondo, siate curiosi di conoscerlo”.
Al termine della cerimonia è stata inaugurata, presso il foyer dell’Aula Magna, la mostra fotografica dal titolo: “Fare i Pupi – il Maestro Mimmo Cuticchio all’opera” con le immagini di Dilio Lambertini che resterà esposta fino al 25 novembre 2022.