“Quando la mafia non esisteva, un giornale l’ha sbattuta in prima pagina”, comincia la serie sul giornale l’ora con Santamaria protagonista.
È questa la storia del giornale ‘L’Ora’ a cui si ispira la nuova serie, che andrà in onda da oggi su Canale 5. Il titolo è “L’Ora, inchiostro contro piombo” e narra gli eventi realmente accaduti tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, cruciali per la lotta alla mafia. Claudio Santamaria nei panni del protagonista (Antonio Nicastro), arrivato da Roma insieme alla moglie Anna (interpretata da Silvia D’Amico), dovrà dirigere L’Ora, il giornale del Partito Comunista in crisi di vendite.
Saranno, così, messi a fuoco l’impegno e il coraggio dei giornalisti della redazione dei tempi. Nel momento in cui scovavano la notizia, la catturavano e la raccontavano impavidi ai loro lettori, esponendosi in prima persona e affrontando le ostilità del potere costituito, che viveva in un rapporto di simbiosi con la mafia. Come Santamaria ha spiegato: “In fondo, a quei tempi in Sicilia per questi giornalisti, per questo gruppo di eroi, era come essere in guerra. C’erano i morti ammazzati per la strada, e Nicotra ha avuto il coraggio, che oggi a distanza di tempo possiamo definire da eroe, perché l’eroe sacrifica se stesso e la propria vita per una missione più alta, ha affrontato e ha avuto la capacità di connettere tutti questi morti ammazzati e ricondurli a un’unica grande mano, che era quella della mafia, che iniziava a prendere possesso della Sicilia”. L’obiettivo principale di questo quotidiano è sempre stato quello di riuscire a portare al pubblico la verità, pur mettendo in pericolo la propria vita.
Aggiunge Santamaria: “Questa serie oggi può insegnare moltissimo perché racconta un’epoca passata e un’esperienza fondamentale come è stata quella dell’Ora anche per il giornalismo, credo che possa insegnare molto al giornalismo, che non è solo un mestiere ma è una missione prima di tutto ed è una missione molto importante per una società democratica. E può insegnare anche il valore della parola, ‘inchiostro contro piombo’, la parola contro la violenza. Al giorno d’oggi, in cui si utilizza la parola come violenza, la parola in maniera violenta e cinica, anche da persone che avrebbero la responsabilità di educare gli altri a utilizzare la parola in maniera differente, a pensare prima di parlare, prima di utilizzare la parola, che può uccidere. Questa serie può insegnare quanto la parola, il giornalismo e l’informazione spaventino e abbiano spaventato da sempre le organizzazioni criminali, perché innanzitutto non avrebbero ucciso se non fosse stato per loro un pericolo l’informazione e, inoltre, può insegnare anche alle giovani generazioni cosa sia un eroe.
Oggi molti ragazzi sono attratti dal male, a tal punto, a volte, da emularlo. Credo che i genitori dovrebbero far vedere questa serie ai loro figli, per far capire quali sono i veri eroi e cosa significhi sacrificarsi per un ideale, dare la propria vita per una missione più alta, crescere con valori sani, di libertà e giustizia, costruire un futuro diverso. Spero sempre che quello che faccio possa non solo intrattenere ma anche accendere”.
Marialessandra Cimò – Palermo Post