A Partinico, in provincia di Palermo, nella monumentale piazza Garibaldi, si staglia al centro il Palchetto della Musica, detto anche Teatrino, strettamente legato al palchetto di Piazza Castelnuovo a Palermo. Le due strutture neoclassiche nascono infatti nel 1875 per ospitare concerti, intrattenimento e manifestazioni politiche. Il meraviglioso edificio di Partinico, fu progettato dall’architetto Vincenzo di Stefano, di Santa Ninfa, dopo la deliberazione del Consiglio Comunale che ne propugnava la realizzazione. Come ci racconta lo storico Salvatore Bonnì in Partinico e la sua storia, nel sito esisteva un precedente palchetto ligneo, addossato alla chiesa San Leonardo, demolito per i lavori di sistemazione del corso dei Mille. il monumento versa oggi in uno stato di degrado, utilizzato raramente ed incustodito è vittima dei vandali e di alcuni interventi realizzati dal Comune stesso, come l’impianto elettrico. Le immagini non lasciano spazio all’immaginazione, scritte vandaliche ovunque, impianto elettrico a vista con cassetta su una delle colonne, i due lampadari con luci bianco bluastre inadeguate, due degli acroteri in ghisa che adornano il frontone, a sinistra dell’antefissa, mancanti, recuperati dal Comune su segnalazione dei cittadini e non più ricollocati. “Il palchetto – citiamo il testo di Aldo Grillo – è costituito da un corpo rettangolare con peristilio a colonne scanalate e capitelli compositi. Sul lato lungo prospiciente il corso principale aggetta un frontone tetrastilo con liscia trabeazione e timpano triangolare rubricato in alto da una serie di acroteri metallici. Il palco, cui si accede da una doppia scalinata laterale, è stato realizzato da maestranze specializzate di Palermo e Trapani, e si rifà al filone neoclassico ottocentesco che persiste in Sicilia sino alle soglie del XX secolo ricalcando lo stile corinzio. Il capitello, a forma di cesto, è caratterizzato dall’eleganza delle sue foglie d’acanto che lo ricoprono interamente. Nelle esili 18 colonne vi è un elemento nuovo, il ‘plinto’, un alto dado che solleva la base dal piano dello stilobate; tale elemento porta più in alto la struttura, ed indica che si tende ad una sempre più libera apertura dell’edificio nella luce e nell’atmosfera “. Tutta questa bellezza, indice di prosperità e propensione culturale della Partinico dell’Ottocento, è a rischio di degrado irreversibile. La piazza Garibaldi è tra le più belle della città, basolato di Billiemi originario, ed emergenze architettoniche quali il prospiciente Convento dei Carmelitani, la chiesa di San Leonardo, l’ex Collegio di San Rocco, Palazzo Porcaro – Noto e la via San Cosma e Damiano con la cappella dedicata ai Santi. Una piazza dove, caso unico e raro, si sperimenta la pedonalizzazione mobile, con fioriere grezze di pietra che si muovono con movimenti circolari, si ammassano e diradano a seconda delle esigenze del momento. Il palchetto è valorizzato dai Ficus che lo abbracciano in un contrasto cromatico verde e oro notevolissimo. Anche qui, gli alberi, che dovrebbero essere potati ad arte e costituire anch’essi una scultura naturale, sono lasciati crescere disordinatamente per anni, occultando il monumento. Cinque alberi sono stati eliminati e i cercini rimangono vuoti e tombati, favorendo il parcheggio selvaggio, istituzionalizzato anche da stalli diagonali riservati in piena piazza davanti la Chiesa di San Leonardo. Una piazza da salvare e un monumento da valorizzare, simbolo della ricchezza culturale di Partinico.
Antonio Catalfio – Palermo Post