Aspettando Bigon, nel limbo della B mal giocata

Simone Di Trapani
da Simone Di Trapani
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Ormai appare più che probabile l’arrivo in casa rosanero di uno dei Direttori Sportivi più autorevoli ed esperti d’Italia, quel Bigon che tanto bene ha fatto a Napoli, Verona e Bologna. Si aspetta quindi la fine di una transizione, all’insegna della mediocrità, tra il vecchio management e la nuova società a partire dal prossimo giugno. Una programmazione a medio e lungo termine capace di riportare il Palermo verso ambizioni più consone alla piazza.

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Dal city group ci avevano promesso un anno di transizione per potere fare le dovute valutazioni e soprattutto per capire se la gestione in house potesse avere le carte in regola per proseguire il cammino cominciato nel 2019. A giudicare dai risultati non ci sarebbe da riflettere troppo. Mirri è uno dei marketer migliori sulla piazza siciliana, su questo non ci piove, ma oltre quello le carenze societarie sono emerse tutte. Dalla scelta di Corini, a quella di Rinaudo, ancora troppo acerbo per guidare mercato e squadra verso ambizioni che vadano al di là dell’alternanza tra lega pro e serie B.

Piazza pulita allora, in perfetto stile Britannico senza troppo clamore, ma con decisione, anche perché un’altra stagione come questa non si può reggere, non solo per la piazza, ma per le ambizioni del gruppo che non ha acquistato la squadra della quinta città italiana per farne un manifesto della mediocrità.

Domani a Ferrara contro la Spal, come sempre, la parola d’ordine sarà non perdere, tutti dietro la linea del pallone a difendere lo zero a zero, sperando magari nella fortuna di un gol di Brunori. Nel frattempo noi aspettiamo Bigon e l’inizio della gestione City Football Group, sperando di dimenticare al più presto il Corini, Rinaudo e la mediocrità di un calcio che è l’antitesi dello spettacolo che i 35mila del Barbera meritano e agognano ormai da troppo tempo.

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