É solo sua la vittoria di Benevento, una partita brutta, tattica, fallosissima, con due acuti di un calciatore che non aveva potuto dimenticare come si fa gol. Brunori oggi si è riscattato, ha rimandato al mittente le critiche, striscia la notizia e tutti quelli che i rigori non si possono sbagliare. Matteo Brunori in quel tiro potente a filo d’erba ha messo dentro tutta la rabbia e la frustrazione accumulate nelle ultime giornate. Nella sua esultanza tutta la grinta di chi non vedeva l’ora di tornare a gonfiare la rete avversaria.
Passano altri dieci minuti, dopo il goal, ed il palo gli nega la gioia per una magia tentata da centrocampo. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta per il centravanti italo brasiliano del Palermo.
Brunori da capitano si è caricato per l’ennesima volta tutta la squadra addosso, a far reparto da solo, come sempre in questa stagione. Li a lottare su ogni palla sporcata, a fare a spallate con difensori arcigni, a caricarsi la voglia di tornare in alto di una intera città.
Oggi non si poteva che dire grazie a questo uomo e calciatore, che ha fatto di Palermo la sua seconda casa, ansiosi di potere esultare per il suo prossimo rigore segnato. Perché Matteo Brunori si presenterà dal dischetto, ancora una volta, senza paura e con la rabbia che ha spinto in rete quella palla a filo d’erba.
Della partita c’è veramente poco da raccontare, il Benevento è poca cosa, il Palermo si mette tutto dietro in modo ordinato, non rischia praticamente mai e finalmente con Damiani in mezzo al campo insieme a Claudio Gomes ogni tanto prova a pungere verticalizzando. Un tiro di Brunori di poco fuori nei primi 45 minuti, il gol e il palo nel secondo tempo e poi in pieno recupero Edoardo Soleri si divora la possibile due a zero. Arrivano i tre punti e contava solo quello.