42 anni fa la mafia uccideva Piersanti Mattarella

Marialessandra Cimò
da Marialessandra Cimò
2 Minuti di lettura

Ricordiamo oggi, a 42 anni di distanza, nel giorno del suo anniversario la morte di Piersanti Mattarella.
Nato nel 1935 a Castellammare del Golfo; tra il 1962 e il 1963 divenne esponente della Democrazia Cristiana; nel 1964 fu consigliere comunale; nel 1971 assessore regionale alla Presidenza con delega al Bilancio e nel 1978 ottenne la prestigiosa carica di Presidente della Regione.
La sua azione politica fu -come lui stesso affermava- “con le carte in regola” non nascondendo il suo forte dissenso verso Cosa Nostra.
In un periodo storico in cui nulla in Sicilia era chiaro, Mattarella riuscì sempre ad essere trasparente illuminando ciò che era offuscato e corrotto.
Numerose furono le riforme apportate, ma proprio quelle in tema di appalti e di urbanistica gli costarono la sua stessa vita.
Se inizialmente si riconduceva il delitto ad una matrice terroristica, soltanto nel 1991, in quello che costituì l’ultimo atto investigativo di Giovanni Falcone in veste di  procuratore aggiunto, l’attentato fu finalmente catalogato tra gli omicidi di mafia.
Pierasanti Mattarella è e resterà sempre il simbolo di una politica onesta e riformatrice. Fu un uomo che non ebbe paura di opporsi al clientelismo e ai grandi poteri mafiosi; riuscì a dare speranza e dignità ad una terra da troppo tempo umiliata e mortificata.
A distanza di 42 anni ci sono però ancora troppi dubbi sulla morte di Piersanti e sui suoi aguzzini. Ecco perché adesso spetta a noi rendere chiare le dinamiche oscure e ombrose che ci separano dalla verità sul suo delitto.

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Marialessandra Cimò – Palermo Post

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