Evacuati i primi abitanti da vulcano a causa del degassamento del suolo, in contrada Porto Levante.
“Giornalmente c’e’ un continuo aumento di tutti i parametri, dal flusso del gas alla deformazione del suolo”. Lo spiega all’AGI Stefano Branca, direttore dell’Istituto nazionale di vulcanologia a Catania, riferendosi a quanto sta accadendo a Vulcano, dove i fumi dal sottosuolo hanno spinto le autorita’ a evacuare alcune abitazioni. “E’ un processo lento e graduale – ha continuato Branca – quella zona (contrada Porto Levante, ndr) e’ nota da questo punto di vista e ha sempre maggiori problematiche. Questa stessa cosa e’ capitata anche durante la crisi degli anni Ottanta. Noi continuiamo a monitorare”.
I carabinieri sono intervenuti ieri in contrada Porto Levante sull’isola di Vulcano (Messina) presso alcune abitazioni, dopo la segnalazione da parte dei residenti della presenza di fumi provenienti dal sottosuolo che, in una circostanza, avevano perfino causato malori ad animali domestici. I militari hanno precauzionalmente evacuato le case e chiesto l’immediato intervento di personale dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
Al termine del sopralluogo i tecnici hanno confermato un fenomeno di degassamento con percentuale di anidride carbonica (CO2) al di sopra dei valori normali. All’inizio di ottobre il dipartimento della Protezione civile ha disposto il livello di allerta ‘giallo – stato di attenzione’ per l’isola, a seguito delle variazioni significative di diversi parametri del monitoraggio vulcanico, rilevate nelle ultime settimane dall’Ingv e dal Cnr-Irea. Sul cratere è visibile un’intensificazione dell’attività di emissione di fumarole ricche in gas a temperature elevate. Evacuati i primi abitanti la situazione è attentamente monitorata e i carabinieri assicurano l’assistenza e il sostegno alla popolazione.
Degassamento I Rischi per la salute
L’isola di Vulcano, la più meridionale delle sette isole che compongono l’arcipelago eoliano, ha un’estensione di 22 kmq e raggiunge un’altitudine di 500m sul livello del mare (Monte Aria). Dal 1890, spiega la Protezione Civile, il vulcano é quiescente e mostra un’intensa attività di emissione di gas e vapore ad alta temperatura dal cratere di La Fossa e in prossimità del Porto di Levante. I due centri eruttivi attivi sono: il cono di La Fossa e Vulcanello. Il cono di La Fossa ha una forma regolare, si eleva per circa 400m sul mare ed é formato da alternanze di tufi e colate di lava eruttati dal vulcano negli ultimi 6mila anni. E’ delimitato, nella parte sommitale, da una serie di orli craterici di eta’ diversa. Il cratere attuale é quello lasciato dall’ultima eruzione esplosiva del 1888-90 e ha un diametro di 600m.
Il fondo del cratere ha una quota di 210m sul livello del mare. La struttura più recente, é la penisola di Vulcanello, all’estremità nord-orientale dell’isola, ed é costituita da una piattaforma lavica a pianta circolare del diametro di circa 1,4km, sormontata da tre coni piroclastici parzialmente sovrapposti. Il livello giallo di allerta, dichiarato di recente, indica una condizione di disequilibrio del vulcano. Attualmente, sottolinea la Protezione civile in una descrizione del vulcano, il rischio principale é rappresentato dal rilascio di gas tossici – CO, CO2, H2S, HNO, SO2 – che risalgono da fratture del suolo, per questo sono stati evacuati i primi abitanti nella contrada di Porto Levante.
L’anidride carbonica (CO2), più densa dell’aria, in assenza di vento tende ad accumularsi al livello del suolo dove può raggiungere concentrazioni elevate, ed essendo incolore, inodore e insapore é difficilmente riconoscibile. A basse concentrazioni può provocare: affanno, nausea, disturbi visivi, e per concentrazioni elevate, asfissia. Associato alla CO2 é possibile trovare anche un altro gas altamente tossico, l’acido solfidrico – H2S – che tuttavia, grazie al caratteristico odore di uova marce, risulta immediatamente percepibile anche basse concentrazioni. Questo gas irrita il sistema respiratorio.
Redazione – Palermo Post