Indossano delle magliette con su scritto “Miglioriamo i luoghi in cui viviamo il nostro tempo” e stanno portando avanti una battaglia contro il degrado, per una scuola aperta al territorio e più attenta alle loro esigenze. Le studentesse e gli studenti del liceo Regina Margherita rivendicano l’importanza dell’esistenza di spazi e centri aggregativi per loro e i loro coetanei, chiedono di essere coinvolti nei processi decisionali che riguardano le politiche attive del territorio.
L’ingresso della loro scuola, in piazza Casa Professa, a Ballarò, è circondato dalla spazzatura, dall’incuria. Per questo hanno posizionato tutto intorno dei pannelli di denuncia. Vi hanno raffigurato alcuni temi a loro cari, dall’antimafia alla lotta per la giustizia climatica, per la giustizia sociale e per la libertà, affinché la bellezza – spiegano – faccia da contrasto alla bruttezza e alle storture che hanno intorno.
In questi mesi, grazie a un progetto europeo che li vede protagonisti, gestito dall’associazione di promozione sociale Per Esempio Onlus e con il sostegno della fondazione Retake e di Movi Palermo, stanno portando avanti un lavoro di ricerca che ha l’obiettivo di evidenziare come la pandemia da Covid-19 abbia avuto un impatto soprattutto sulla Generazione Z, di cui sono parte, e sui suoi bisogni, e in definitiva individuare le azioni concrete da mettere in campo per dare delle risposte.
Per farlo hanno invitato studenti, docenti, dirigenti scolastici, enti e associazioni del terzo settore impegnati nella promozione di opportunità e politiche giovanili a sedersi insieme a loro attorno a un tavolo di discussione. E hanno chiesto prima di tutto l’istituzione di un supporto psicologico permanente a scuola, gratuito e accessibile, e la creazione di spazi autogestiti da destinare agli studenti e alle studentesse nell’ottica di una scuola aperta e partecipata.
Ieri, in un’assemblea studentesca aperta all’intero quartiere, a cui hanno partecipato, oltre agli studenti, anche docenti, consiglieri comunali e associazioni, tra cui Libera, Sos Ballarò, Per Esempio Onlus, Movi e OurVoice, hanno inaugurato il primo spazio autogestito in cui incontrarsi dopo la scuola per portare avanti attività sociali rivolte al quartiere. Un modo per rispondere anche ai furti e agli atti vandalici dell’anno scorso, quando furono sottratti all’istituto tablet e pc per 14 mila euro. «Sarà un’aula a contatto con il territorio – spiega Claudio Pecoraino, 17 anni, rappresentante degli studenti – in cui si potrà studiare il pomeriggio e all’interno della quale sarà realizzata la radio studentesca».
A sorpresa, durante l’assemblea è arrivato il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, che si è congratulato per il lavoro svolto e si è messo a fianco degli studenti nel sostenere una scuola che apra le porte e renda i ragazzi protagonisti anche sui territori per essere, anche in quelli, un fermento di positività.