Miriam Barreca, la 17enne che partecipò alla strage di Altavilla Milicia, in cui furono uccisi la madre, Antonella Salamone, e i due fratellini, Kevin ed Emmanuel, di 16 e 5 anni, è stata condannata a 12 anni e 8 mesi di reclusione. La sentenza è stata emessa dal GUP (Giudice dell’Udienza Preliminare) del Tribunale per i Minorenni di Palermo, Nicola Aiello, al termine del processo con rito abbreviato. La giovane, che nel frattempo ha compiuto 18 anni, era accusata di omicidio plurimo aggravato e occultamento di cadavere. Una condanna pesante, seppur inferiore ai 18 anni richiesti dalla Procura, che riconosce la responsabilità della ragazza nella strage, avvenuta nel febbraio del 2024 durante un folle rito di “liberazione dal demonio”.
La strage di Altavilla Milicia è una delle vicende più cruente e sconvolgenti della cronaca nera italiana recente. Nella villetta degli orrori, Antonella Salamone e i suoi due figli, Kevin ed Emmanuel, furono torturati e uccisi durante un rito esoterico, volto a “liberarli” da presunte presenze demoniache. Un massacro che, secondo le indagini, sarebbe stato compiuto dal padre dei ragazzi, Giovanni Barreca, con la complicità di una coppia di fanatici religiosi, Massimo Carandente e Sabrina Fina, e della figlia 17enne, Miriam.
Miriam Barreca, rea confessa del triplice omicidio, ha raccontato agli inquirenti di aver partecipato attivamente al rito, insieme al padre e alla coppia di fanatici religiosi. “Non so come è morta mia madre, se per infarto o quando sia io che mio fratello gli davamo calci”, ha dichiarato ai Carabinieri. “Prima i calci li ho dati io e poi Kevin, in quel momento mia madre non reagiva più. Mentre veniva torturata non poteva né mangiare né bere e quando veniva colpita con la pentola aveva una fascetta trasparente ai polsi”. Una confessione agghiacciante, che testimonia la brutalità e la follia del rito.
Torture e Sevizia: l’Orrore nella Villetta di Altavilla
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la madre e i due fratellini di Miriam furono sottoposti a torture e sevizie per giorni. I due bambini, in particolare, furono legati con corde e catene, e colpiti con attrezzi del camino incandescenti e con delle padelle. Il piccolo Emmanuel, di soli 5 anni, fu legato al letto, torturato e costretto a bere caffè amaro. L’atto finale fu un asciugacapelli rovente messo dentro la bocca, che gli causò un’insufficienza respiratoria acuta per trauma da inalazione termica. Kevin, 16 anni, fu legato con catene e cavi al collo e alle caviglie, e morì per asfissia meccanica violenta da strangolamento, secondo il terribile metodo dell’incaprettamento. Miriam Barreca, secondo il suo racconto, sarebbe stata la prossima a dover morire, ma fu risparmiata perché un forte vento che iniziò a soffiare su Altavilla Milicia fu interpretato come un segno divino. I Carabinieri la trovarono nella sua camera, in stato di shock, dopo aver fatto irruzione nella villetta. Un neuropsichiatra infantile di Roma, incaricato dalla Procura, ha stabilito che Miriam Barreca è capace di intendere e di volere, e lo era anche nel febbraio dello scorso anno, quando avvenne il massacro. Una perizia che ha escluso qualsiasi incapacità mentale della ragazza e che ha confermato la sua piena responsabilità nei fatti contestati.
Processo al Padre e alla Coppia di Fanatici: al Via l’Udienza Preliminare
Questa mattina, intanto, è iniziato davanti alla Corte d’Assise di Palermo, nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, il processo a carico di Giovanni Barreca, il padre di Miriam, e della coppia di fanatici religiosi, Sabrina Fina e Massimo Carandente. Mentre Miriam ha scelto il rito abbreviato ed è stata già condannata, i tre adulti devono rispondere di omicidio e occultamento di cadavere. Carandente e Fina continuano a proclamarsi innocenti, mentre Barreca ha confessato. La strage di Altavilla Milicia resta una tragedia che lascia senza parole, un orrore che ha sconvolto l’Italia intera. La condanna di Miriam Barreca a 12 anni e 8 mesi rappresenta un primo passo verso la giustizia, ma il dolore per le vite spezzate di Antonella Salamone, Kevin ed Emmanuel resterà per sempre. Il processo a carico di Giovanni Barreca, Sabrina Fina e Massimo Carandente dovrà fare piena luce sulle responsabilità individuali e chiarire tutti gli aspetti di questa vicenda oscura e inquietante.