Arresti e perquisizioni effettuate anche con l’ausilio dei “cinofili” della Polizia che ha smantellato una banda di Pusher. Un’articolato sodalizio criminale che aveva gestito, nel corso degli ultimi anni, una fiorente attività di spaccio lungo le strade del quartiere Zisa. Sono accusati, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, hashish e cocaina, in concorso tra loro ed in quanto componenti di un’associazione criminale.
Al riguardo, il personale della Sezione Investigativa del Commissariato di P.S. “Zisa-Borgo Nuovo” ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 malviventi. Sono state, altresì, indagate a piede libero altre 4 persone. Tutti gli indagati della banda di pusher, sia quelli in stato di arresto che quelli a piede libero, provengono dal quartiere “Zisa-Borgo Nuovo”.
I provvedimenti restrittivi, su richiesta della locale D.D.A., sono stati emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari, a seguito di serrate attività investigative della Polizia di Stato. L’intensa ed assidua attività d’indagine – cominciata dal giugno 2017 e terminata a febbraio 2020 – é scaturita dalle molteplici segnalazioni anonime e dallo sviluppo di spunti ottenuti secondo metodi investigativi tradizionali: ognuna di queste indicazioni ha portato a ritenere che, lungo le strade della Zisa, in particolare nei pressi di via Crociferi, nei pressi dell’istituto comprensivo “Manzoni – Impastato”, fosse stata approntata una quotidiana e fiorente attività a cielo aperto di spaccio di sostanze stupefacenti, che non risparmiava neanche gli orari di ingresso e di uscita dei giovanissimi frequentatori dell’istituto.
I diversi episodi registrati dagli investigatori hanno infatti evidenziato la totale assenza di scrupoli dei malviventi rispetto alla presenza in quelle stesse strade di studenti e genitori, che giornalmente vivono le attività della scuola. Le indagini, corroborate da intercettazioni telefoniche e videosorveglianza, hanno consentito di registrare numerosissime cessioni di stupefacenti che avvenivano “alla luce del sole”, attraverso contatti tra giovani che, quotidianamente, si davano appuntamento lungo il perimetro esterno dell’istituto scolastico, la cui struttura veniva spesso utilizzata anche come nascondiglio per lo stupefacente.
Le intercettazioni telefoniche hanno consentito di delineare le mansioni di ciascuno dei sodali, ognuno dei quali aveva un ruolo specifico. È emerso come la banda di pusher, nel corso delle loro conversazioni, utilizzassero un linguaggio criptico. Era tuttavia inequivocabile che si occupassero di affari legati al traffico di stupefacenti ed i sequestri effettuati a riscontro hanno restituito una “chiara lettura” di quanto avveniva.
Le indagini condotte hanno permesso anche di verificare come, nel corso del tempo, l’attività criminale degli indagati si fosse gradualmente espansa territorialmente, raggiungendo anche altre storiche strade del popolare quartiere palermitano. Il fatto di poter contare su diversi pusher che effettuavano precisi turni di “servizio” in luoghi strategici, anche perché morfologicamente propizi allo spaccio come le stradine anguste che sorgono lungo il perimetro esterno dell’istituto scolastico, garantiva un’attività di controllo del territorio nelle 24 ore da parte del gruppo criminale: il cliente confidava nella compiacenza e nella costante disponibilità a procurare stupefacente del sodalizio che, a qualsiasi orario, poteva soddisfare la richiesta di stupefacente attraverso molteplici luoghi presidiati dai pusher.
Nonostante i numerosi e frequenti interventi effettuati presso i luoghi interessati dallo spaccio, i sequestri e gli arresti in flagranza di reato, la banda di pusher ha proseguito la sua attività estendendo la loro azione criminale nelle zone limitrofe e assoldando “nuove leve”.
Durante le fasi operative dell’attività investigativa sono stati effettuati moltissimi sequestri di sostanza stupefacente, oltre che identificazioni di numerosi acquirenti – più volte anche di minore età – ai quali é stata contestata la sanzione amministrativa in quanto assuntori. Si é stimato che l’attività illecita abbia portato nelle casse del sodalizio ingenti guadagni, così come desunto dalla giornaliera registrazione di molteplici episodi di spaccio, giunti anche a 50, senza contare quelli verosimilmente effettuati e sfuggiti al censimento delle indagini di polizia.
Redazione – Palermo Post