Scuola anche ad Ustica si comincia, ma a ranghi ridotti

Simone Di Trapani
da Simone Di Trapani
3 Minuti di lettura
OLYMPUS DIGITAL CAMERA

“La scuola di Ustica resta ancora chiusa, seguendo chissà quali logiche, con una grave privazione per le bambine e i bambini”,  lo affermava questa mattina Valeria Ajovalasit, responsabile regionale Diritti civili di Italia viva. Aggiungendo che “il diritto all’istruzione – spiega – deve essere uguale per tutti, principio che viene espresso dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Ustica ritorni ad essere istituto comprensivo e a livello nazionale si intervenga radicalmente con una legge ad hoc per le scuole delle isole e delle piccole comunità montane”.  Abbiamo ascoltato chi in quella scuola ha deciso di lavorarci nonostante le difficoltà ed in verità al momento é stato aperto il I e II Grado con orari ridotti, perché manca ancora il personale scolastico che deve essere convocato dal provveditorato.

Pubblicità

Una storia che ad Ustica si é sempre ripetuta, anno dopo anno. Per un insegnante é difficile scegliere una cattedra in un’isola o in un lontano paesino montano, soprattutto se le spese di trasporto (quello per Ustica ha subito un rincaro notevole), di vitto e di alloggio sono a carico dello stesso. Scegliere di insegnare in una piccola comunità isolata é una scelta di vita. Per cui fino ad oggi queste destinazioni sono state assegnate per lo più a chi ne ha fatto la propria missione di vita, affascinato sia dalla sfida, che da una vita diametralmente opposta alla frenesia metropolitana, o da chi le ha scelte per fare punteggio, o per mancanza di alternativa.

Ma da quest’anno, la Scuola di Ustica non é più un istituto comprensivo autonomo e tutto si é ulteriormente complicato con l’accorpamento al convitto nazionale. Ustica, fino ad un anno fa, aveva la sua graduatoria di istituto e quindi si presupponeva che chi sceglieva di essere inserito in questa scuola voleva realmente andare sull’isola a lavorare. Ora, invece, le posizioni dei docenti supplenti e Ata sono inserite all’interno della graduatoria del convitto di Palermo. Quindi chi pensava di poter lavorare a Palermo, in pieno centro città, in realtà viene convocato per Ustica! Naturalmente, non tutti sono disposti a lasciare casa e famiglie per lavorare su un’isola con tutti i disagi della piccola comunità e di conseguenza rinunciano all’incarico. Così si scorrono le graduatorie, fino a quando si troverà qualcuno disposto a lavorare ad Ustica. Ecco perché quest’anno l’inizio a pieno regime delle attività scolastiche sarà notevolmente rallentato.

Simone Di Trapani – Palermo Post

Condividi Articolo
1 commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.