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Palermo Post > Blog > Lifestyle > Tempo Libero > Quel balcone di vetro sospeso nel vuoto a Geraci Siculo
Tempo Libero

Quel balcone di vetro sospeso nel vuoto a Geraci Siculo

Elena Cicardo
Ultimo Aggiornamento: 28 Dicembre 2022 16:07
Elena Cicardo
Pubblicato 5 Gennaio 2022
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Villa Nazzarini

È uno dei posti più fotografati e instagrammati delle Madonie. Si trova tra i vicoli acciottolati del centro storico di Geraci Siculo, di evidente impronta medievale, ed è un belvedere davvero singolare, costituito da una passerella di vetro e acciaio che si protende nel vuoto per alcuni metri.

Praticamente si può percorrere per qualche altro passo vicolo Mendolilla oltre la sua fine, senza però avere più la terra sotto ai piedi. La struttura, completamente trasparente, consente di godere di una vista eccezionale tutto intorno. Rimanendo sospesi nel vuoto, ci si trova immersi nelle montagne madonite, a guardare il vallone del Torrente Grosso, la parte occidentale dei Nebrodi e persino l’Etna.

È stato inaugurato nel 2014 ed è stato battezzato “il salto dei Ventimiglia” perché è ispirato alla tragica vicenda storica dell’epilogo di uno dei personaggi più influenti della storia di Geraci, il conte Francesco I di Ventimiglia.

Geraci Siculo finisce in mano alla famiglia Ventimiglia nel 1258, quando Enrico II Ventimiglia sposa la contessa Isabella di Geraci e diventa conte di Geraci, oltre che di Ventimiglia, del Maro, di Ischia e signore di Gangi, delle Petralie e di una serie di altri possedimenti. Nel 1308 è Francesco, nipote di Enrico, a prendere le redini della contea. Nel 1317 fonda l’odierna Castelbuono e avvia la costruzione del castello, simbolo del paese e famoso in tutto il mondo per essere palcoscenico naturale del festival di musica indie Ypsigrock.

Con Francesco la contea si rafforza dal punto di vista territoriale, vengono conquistati nuovi possedimenti, la sua influenza continua a estendersi, fino a una serie di guai che iniziano con la rottura, nel 1325, del matrimonio con Costanza Chiaromonte, ripudiata perché non era in grado di dargli un erede maschio. Una decisione questa che non piace al fratello di Costanza, Giovanni II Chiaromonte. Nell’aprile del 1332 Giovanni in un agguato ferisce Francesco che scappa dalla Sicilia e trova asilo presso Roberto d’Angiò re di Napoli.

Quando, nel 1337, muore lo stimato Federico III e viene nominato come nuovo sovrano Pietro II, vicino ai Chiaromonte, Francesco è preso dallo sconforto, tanto che alla riunione del parlamento a Catania, alla fine del 1337, non va personalmente ma manda suo figlio, Franceschiello, che non viene accolto bene dal re ma anzi viene imprigionato dall’altra nobile famiglia dei Palizzi. La notizia fa perdere la testa a Francesco che organizza, insieme a Federico di Antiochia, una ribellione dei suoi domini nei confronti del sovrano. Il re, però, lo condanna a morte per tradimento e guida personalmente un esercito alla riconquista dei territori dei Nebrodi in rivolta, fino all’assedio di Geraci. Il conte Francesco I di Ventimiglia è sotto scacco, Pietro II D’Aragona e le sue truppe stanno per raggiungerlo e allora sceglie: anziché essere ucciso, trattiene il fiato e si lancia con il suo cavallo nel profondo dirupo che ha davanti.

Proprio su quel dirupo è nato il Salto dei Ventimiglia che non è sicuramente il posto ideale per chi soffre di vertigini ma di certo è un’opera ingegneristica di grande impatto visivo, meta di un numero crescente di curiosi.

Nel locale adiacente, a piano terra della biblioteca comunale, è nato anche un centro informativo in cui si trova una postazione multimediale e sono stati esposti alcuni bassorilievi artistici in terracotta dedicati alla storia del luogo e realizzati da Filadelfio Todaro, ceramista di Santo Stefano di Camastra.

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