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abiti di contrabbando
Palermo Post > Blog > Archivio > Porto, sequestrati più di 40mila abiti di contrabbando
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Porto, sequestrati più di 40mila abiti di contrabbando

Redazione
Ultimo Aggiornamento: 23 Settembre 2022 09:08
Redazione - Redazione Palermo Post
Pubblicato 23 Settembre 2022
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Nubes Formazione

I Finanzieri del 1° Nucleo Operativo Metropolitano ed i funzionari del locale Ufficio delle Dogane, nell’ambito delle operazioni di controllo assicurate, presso il Porto di Palermo, sulle merci in importazione nel territorio dello Stato, all’esito di mirate attività di analisi dei profili di rischio sul complesso del flusso merci in transito dallo scalo portuale del capoluogo siciliano, hanno sottoposto a sequestro oltre 41.000 capi d’abbigliamento di contrabbando stipati in un semirimorchio proveniente da Tunisi e destinati a due importatori, uno con sede nell’ambito del capoluogo siciliano e l’altro con sede nel novarese.

Le suddette operazioni di analisi ed il preliminare controllo documentale del complessivo carico, suscitavano – infatti – sospetti circa l’effettiva qualità e quantità merceologica dei prodotti in esame e, pertanto, il congiunto dispositivo di controllo doganale procedeva ad una più accurata ricognizione fisica del semirimorchio in cui erano contenuti gli abiti di contrabbando.

L’ispezione – finalizzata dalle Fiamme Gialle e dai funzionari doganali nell’ambito dell’Operazione denominata “fuori moda” – permetteva di scoprire la tentata introduzione nel territorio dello Stato, in contrabbando, di oltre 41.000 capi d’abbigliamento, sottoposti, quindi, a sequestro preventivo, ex art. 321 c.p.p. e di deferire all’autorità giudiziaria inquirente i rappresentanti legali delle suddette società importatrici, per la commissione del reato di contrabbando, aggravato dalla falsità delle indicazioni preliminarmente apposte dagli stessi sui previsti documenti doganali,

Tali capi d’abbigliamento, sottratti al pagamento dei previsti diritti doganali, pari a circa 30 mila Euro, qualora immessi in commercio avrebbero fruttato complessivamente alle società importatrici circa 400.000 Euro.

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