Pizza, mafia e mandolino.
Fulcro dell’Impero romano e sede della Chiesa cattolica, punto d’incontro di molte civiltà mediterranee e culla di numerosi movimenti artistici, l’Italia è fin dall’antichità tra i più fiorenti centri culturali d’Europa. Il Made in Italy è sempre stato sinonimo di garanzia e qualità. E, le aspettative dei turisti che si apprestano a visitare le sue forme, vengono puntualmente surclassate da ciò che si presenta ai propri occhi.
Pizza, mafia e mandolino.
È questo lo stereotipo dominante al di là dei confini italiani. Per invidia, per scherno e perchè, ammettiamolo, non abbiamo fatto assolutamente nulla per impedirlo. Abbiamo insegnato e fatto conoscere al mondo uno dei cibi più gustati, abbiamo prodotto e diffuso nuove sinfonie. Ma, ahinoi, abbiamo anche contribuito a diffondere uno stile profondamente radicato nella nostra cultura.
Sono quasi trecento, difatti, i ristoranti che nel globo si richiamano nel nome alla mafia. Troviamo:
- Baciamo le mani
- Cosa Nostra
- Falafel Mafia
- Nasi Goreng Mafia
- Karaoke Bar Mafia
Questi sono i nomi che appartengono a un’ideologia che sfrutta a tavola gli episodi, i personaggi e le forme di criminalità organizzata più dolorose e odiose; danneggiando l’immagine del nostro Paese.
E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti condotta sulla banca dati del sito web di Tripadvisor in cui vengono recensiti i locali di tutto il mondo, presentata al Villaggio Contadino di Palermo. Da piazza del Teatro Politeama a piazza Castelnuovo, i giovani agricoltori della Coldiretti si sono resi protagonisti di proteste e proporranno l’allestimento della prima mostra dei prodotti mafia style diffusi in tutto il mondo.
Un fenomeno odioso che nasce in molti casi dall’ignoranza o dalla scarsa sensibilità verso il dolore provocato dalla criminalità organizzata al quale andrebbe posta fine una volta per tutte.
Pizza, mafia e mandolino.
In Austria si mangia da “Mafiosi”, in Finlandia si viene ospitati da “Don Corleone” e in Francia da “Cosa nostra”. E non mancano divagazioni sul tema, se è vero che in Russia c’è un ristorante chiamato “Camorra”.
Nella classifica dei Paesi con più locali ispirati al “mafia sounding” si piazza la Spagna con 63 ristoranti, grazie soprattutto alla catena “La Mafia se sienta a la mesa”. Diffusa in tutto il territorio nazionale, propone ai clienti di gustare il cibo ordinato sotto i murales dei gangsters più sanguinari. Da Vito Cascio Ferro a Lucky Luciano, fino ad Al Capone nel rispetto della pizza, la mafia e il mandolino. Al secondo poste poi – rileva Coldiretti – si piazza l’Ucraina (38 tra ristoranti, bar e pizzerie) davanti al Brasile (28).
“L’Unione europea deve fermare l’utilizzo commerciale di marchi infami che sfruttano gli stereotipi legati alle organizzazioni mafiose. Questo, infatti, implica un danno di immagine per il nostro Paese che rischia di penalizzare l’immagine dell’intero agroalimentare tricolore in un momento in cui le esportazioni hanno raggiunto il record storico contribuendo alla ripresa del Sistema Paese”. Ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
Una tendenza di cattivo gusto che, con un’ilarità fortemente discutibile, tende a unire una delle attività più gioiose della vita a un fenomeno che, questa vita, la rende molto più amara.
Pizza e mandolino.
Giuseppe Carbone
Mi domando con quale spirito abbiano deciso di dare nomi del genere a quelle attivitá, è incredibile. Un articolo che fa riflettere su quanto si possa essere superficiali a volte nell’uso del linguaggio. Interessante analisi.