Con buona pace di tutti coloro che fin dalle prime partite hanno criticato Corini, noi per primi, per le prestazioni offerte in campo dalla sua squadra, per le forzature sull’adattamento di alcuni calciatori in ruoli differenti dal proprio, per l’atteggiamento eccessivamente difensivo, per l’esasperante negazione della realtà intervista dopo intervista, anche il prossimo anno siederà sulla panchina rosanero.
Il motivo? Corini ha siglato un contratto biennale e con ogni probabilità centrerà l’obiettivo che la società, per voce di Soriano stesso, si era data la scorsa estate, smorzando ogni entusiasmo dei tifosi, che già all’annuncio dell’acquisizione si immaginavano traguardi da mille e una notte: Consolidare la serie B e massima serie da conquistare nel medio periodo.
Non era un eccesso di prudenza, ma un idea di management ben precisa e ribadita dal socio di minoranza proprio prima di Palermo – Benevento. Il Palermo FC non chiuderà in passivo i propri bilanci, niente spese pazze per calciatori e stipendi, tutto dovrà essere sostenibile con l’auto sostentamento. In sostanza si investirà quello che si incasserà. Miseri diritti Tv per la B, qualche euro di merchandising, abbonamenti e botteghino settimanale.
Il ragionamento economicamente non fa una grinza, funziona esattamente così. Una start up deve fare il passo sempre più corto della gamba e la prudenza è un mantra che garantisce le prospettive future. Così funzionano tutte le aziende e una società di calcio in questo secolo non può che essere considerata tale.
Napoli docet. De Laurentis è riuscito a far funzionare l’azienda Napoli e portarla a vincere lo scudetto dopo una lunghissima attesa preparatoria, paragonabile alle fatiche di Ercole. Perché tanta fatica? Ovviamente perché l’Italia, il meridione in particolare, è soffocata dalla burocrazia, dalla corruzione ed profondamente arretrata, rispetto al resto dell’Occidente. De Laurentis, che ha contro gran parte della tifoseria del Napoli, per far funzionare l’azienda ha dovuto eliminare ogni spreco, compresi gli esoneri per accontentare la piazza. Ha dovuto far firmare contratti sui diritti d’immagine ai calciatori, farsi anche l’abbigliamento tecnico da solo, pur di non accettare l’elemosina degli sponsor tecnici. Un ventennio per vincere lo scudetto che il pubblico chiedeva già dal primo anno e con una festa strozzata perché è odiato da una buona parte della tifoseria.
Ecco l’anomalia dell’azienda calcio: ha nei tifosi, poco lucidi per definizione stessa, un attore necessario al proprio funzionamento. Ed i poco lucidi tifosi pensano che le società di calcio siano una loro proprietà collettiva, niente di più falso. Sono proprietà esclusiva di chi ne detiene le quote aziendali. Esattamente come Sky non è dei suoi abbonati, ma dipende da essi per vivere, l’azienda calcio dipende dai tifosi, ma non gli appartiene.
Ecco perché Corini resterà almeno un altro anno sulla panchina del Palermo, malgrado il suo gioco e il suo atteggiamento hanno indispettito ormai la gran parte dei tifosi rosanero. Perché un’azienda cambia i suoi dirigenti solo se la loro gestione, condivisibile o meno, arreca dei danni economici superiori alla penale di una rescissione contrattuale. E ad oggi l’entusiasmo per la B riconquistata, l’affetto per chi ha saputo risollevare il Palermo in breve tempo ed il malinteso sulle intenzioni del City Football Group hanno garantito ben saldo il posto di Corini sulla panchina del Palermo.
La prossima campagna abbonamenti dirà se economicamente si è operato nel modo giusto. Aiuta sicuramente il fatto che una parte della tifoseria è abituata alla mediocrità, premiata costantemente dal marketing rosanero con t-shirt celebrative del nulla sportivo. Noi, purtroppo, c’eravamo abituati allo spettacolo offerto dal Palermo di Zamparini. Un uomo appartenente al vecchio calcio, quello dei Patron che esonerano un allenatore alle 3 di notte dopo un brutto sogno, che regalano un’auto ad un calciatore dopo un gran goal e che spendono milioni sul loro giocattolo, anche male, per regalare e regalarsi gioie. Sicuramente l’azienda Palermo con l’attuale management non fallirà mai più, ma dovrà fare i conti con una parte di tifoseria, noi compresi, che non si accontenterà mai di un piatto di lenticchie riscaldato dalla sera prima.
Al genio, uomo e professionista serio, facciamo i migliori auguri per la prossima stagione, continueremo a criticare il suo gioco privo di ambizione e pavido, continueremo a criticarlo ogni volta che farà fare il terzino ad un centrocampista, ma non smetteremo mai di fare il tifo per lui e la nostra amata squadra.