Bagheria, 23 maggio – Una triste notizia oggi ha suscitato sconforto fra la comunità bagherese: la scorsa notte è deceduto ad 80 anni Pietro Piraino Papoff, direttore ed ideatore del Museo Del Giocattolo.
Noto ceroplasta, Papoff per molti anni ha dedicato, con tutta la sua maestria, la sua vita a raccogliere giocattoli preziosi dal punto di vista storico, e a creare statue ed oggetti vari in cera.
In un comunicato stampa l’amministrazione comunale di Bagheria, guidata dal sindaco Filippo Tripoli ha espresso profondo cordoglio per la scomparsa di Pietro Piraino Papoff, esprimendo le condoglianze alla moglie, ed alle figlie che oggi gestiscono il Museo del Giocattolo, ospitato presso la Certosa di Bagheria.
I funerali di Pietro Piraino Papoff si celebreranno domani, mercoledì 24 maggio, alle 10.30, a Palermo, presso la chiesa Santa Maria La Nova, dietro S. Domenico.
La grande figura artistica ed umana di Pietro Piraino Papoff
Pietro Piraino Papoff antiquario, scultore ceroplasta e restauratore, nel 1994, assieme alle due figlie Laila e Lucilla, fonda l’associazione “Museo del Giocattolo Pietro Piraino”, la cui mission si basa sulla ricerca, il restauro, nonché la catalogazione, e la conservazione di vecchi giocattoli, dalla grande importanza storica e culturale.
La nobile iniziativa ha riscontrato un plauso a livello nazionale, e mondiale, ampiamente manifestati dal patrocinio del Museo del Giocattolo da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, e dall’UNICEF.
Nel 2002 le opere di Papoff furono trasferite a Bagheria al piano nobile di Villa Aragona Cutó (di proprietà del comune) e 12 anni dopo alla Certosa, in quella che divenne la sede del Museo del Giocattolo, di cui era anche direttore, e a tale scopo restaurata.
Nella nuova sede il museo ospita circa 2500 giocattoli, e 200 opere in cera, queste ultime frutto di un’imponente lavoro, a cui Papoff si dedicò con molta passione, e determinazione, grazie alla sua maestria nell’arte di lavorare la cera d’api per creare immagini tridimensionali.
L’attività di Papoff non si fermava alla produzione artistica, e alla conservazione e alla cura di oggetti storici, ma guardava con vivo interesse anche alla divulgazione culturale: difatti, ha ricostruito, in diversi volumi, la storia degli usi e delle evoluzioni della raffinata arte del restauro.
Con Pietro Piraino Papoff la “Città delle Ville” perde un importante testimone della cultura storica, oltre naturalmente ad una figura umana dal grande spessore, e da una sensibilità fuori dal comune.
Un’affermazione non affatto azzardata, se si prende in considerazione a titolo di esempio, un oggetto davvero speciale esposto nel Museo del Giocattolo, e che costituisce un aneddoto meritevole di condivisione.
Si tratta di una semplice pistola giocattolo, costruita in legno, filo spinato ed un bossolo di pistola, da un prigioniero ebreo francese del campo di concentramento nazista di Mauthausen.
La pistola rudimentale venne realizzata dal prigioniero per distrarre il figlio, anche lui relegato assieme al padre in quell’inferno senza via d’uscita, dove perirono entrambi nelle camere a gas.
La pistola giocattolo venne regalata a Pietro Piraino alla fine degli anni ‘60, a Parigi da un clochard del quale Piraino divenne grande amico.
Quel clochard era lo zio del bambino, e quell’arma giocattolo innocente, ma al tempo stessa terribile, per via della storia crudele che si porta dietro, venne regalata allo studioso siciliano, affinché non si perda la memoria della Shoah.
Nella foto in evidenza: Pietro Piraino Papoff.