Il Palermo spreca un’occasione d’oro per avvicinarsi alla Serie A, facendosi rimontare dallo Spezia nei minuti finali di una partita che sembrava ormai vinta. Un 2-2 che sa di beffa, frutto di una gestione scellerata del match da parte del tecnico rosanero Dionisi, che con cambi discutibili e un atteggiamento rinunciatario nel finale, ha di fatto consegnato il pareggio agli avversari. Una vittoria, firmata dalle reti di Ranocchia e Brunori, avrebbe avuto un peso specifico enorme in ottica promozione, mentre ora parlare di Serie A diretta diventa quasi un’utopia.
Un Palermo solido e cinico, Dionisi rovina tutto nel finale
Lo Spezia non ruba nulla, avendo dominato la partita per lunghi tratti, ma il Palermo, pur privo di un gioco scintillante, aveva mostrato solidità difensiva e cinismo in attacco. La squadra, schierata con una nuova difesa finalmente all’altezza degli avversari, era riuscita a imbrigliare le fonti di gioco liguri, grazie a un’ottima prestazione del reparto arretrato e al lavoro di filtro di Blin a centrocampo, capace di sporcare quasi tutte le trame di gioco degli avversari.
La magia di Ranocchia aveva sbloccato il risultato, con un gol di pregevole fattura, mentre Brunori, da vero rapace d’area di rigore, aveva firmato il raddoppio, sfruttando un errore della difesa avversaria. Un 2-0 che sembrava aver messo in cassaforte il risultato, fino ai cambi scriteriati di Dionisi.
I cambi di Dionisi: Nikolau e la rinuncia al gioco, scelte folli
La decisione di sostituire Blin, uno dei migliori in campo, con uno spento Gomes. Ma soprattutto la scelta di inserire Nikolau responsabile del gol che ha riaperto la partita e giocatore dal rendimento sempre mediocre, si è rivelata un errore madornale. L’ingresso del difensore ex spezino ha rotto gli equilibri di una squadra che, fino a quel momento, aveva retto bene l’urto dello Spezia, concedendo pochissime palle pulite agli attaccanti avversari. E dopo il due a uno la paura ha annichilito i calciatori rosanero che nel giro di un minuti hanno preso il gol del due a due. Dimenticandosi di marcare in aerea l’Ex Aurelio che esulta tutta la sua gioia (o rabbia) sotto la curva dei suoi nuovi tifosi.
Ma non solo i cambi, anche l’atteggiamento della squadra nei minuti finali è apparso inspiegabile. Invece di continuare a giocare e di cercare il colpo del ko, il Palermo ha rinunciato a gestire il pallone, cercando di perdere tempo in maniera sterile e rinunciataria. Un atteggiamento che ha finito per favorire la rimonta dello Spezia, che ha trovato il pareggio proprio allo scadere.
Dionisi, ancora una volta, si conferma protagonista in negativo delle vicende rosanero. Le sue scelte, sia in termini di formazione che di cambi, appaiono spesso incomprensibili e dannose per la squadra. Un allenatore che non sembra in grado di valorizzare il talento dei singoli e di dare un’identità di gioco al Palermo.
Un allenatore che pare non rassegnarsi al fatto di dover essere, nel migliore dei casi, comprimario e non protagonista di una squadra che, sulla carta, dovrebbe dominare il campionato di Serie B.
Una società “normale” lo avrebbe già esonerato: il malumore della piazza
In una società “normale”, Dionisi sarebbe già stato esonerato da tempo. I risultati, il gioco espresso e le scelte tattiche dell’allenatore sono sotto gli occhi di tutti. Eppure, il tecnico continua a rimanere saldamente al suo posto, alimentando il malumore di una piazza che non ne può più di vedere mortificato il talento dei giocatori e i colori rosanero.
Un vero uomo di calcio, dopo l’ennesimo fallimento in campo si sarebbe già dimesso, per dignità e per rispetto nei confronti dei tifosi e della società. Dionisi, invece, sembra intenzionato a rimanere aggrappato al suo contratto, trascinando con sé il malumore di un ambiente che meriterebbe ben altro.
La domanda sorge spontanea: quanto ancora dovremo assistere a questo scempio? Quanto ancora il talento dei singoli giocatori dovrà essere mortificato da scelte tecniche incomprensibili? La società ha il dovere di intervenire, per dare una scossa all’ambiente e per rilanciare le ambizioni di una squadra che aveva tutte le carte in regola per lottare per la promozione diretta, ma che se andrà bene e avrà fortuna potrà al massimo ambire ai playoff in una posizione peggiore rispetto a quella dello scorso anno. Questo pareggio evidenzia come il cambio in panchina, anche tardivo, fosse e resti necessario, dato un gioco che, per tutto il campionato, è mancato, o è stato discontinuo, in relazione al potenziale della rosa.
Il futuro del Palermo: serve una svolta immediata
Il pareggio contro lo Spezia è un’occasione persa, un passo falso che rischia di compromettere la corsa alla Serie A diretta. Il Palermo ha bisogno di una svolta immediata, di un cambio di rotta che possa ridare entusiasmo alla squadra e alla piazza. La società deve prendere una decisione, per il bene del Palermo e dei suoi tifosi. Il tempo degli alibi è finito, è ora di agire. L’immobilismo non è più accettabile. I singoli giocatori hanno dimostrato di essere di categoria, ma è evidente che la guida tecnica non è all’altezza della situazione. Il futuro del Palermo è appeso a un filo, e la società ha il dovere di intervenire per evitare il peggio.