Il Palermo perde ancora l’occasione di dare un senso al campionato, questa volta in casa contro la Cremonese, dopo essere stato in vantaggio di due gol. Un disastro tecnico e tattico che porta la firma di Dionisi, ormai inviso a tutta la piazza.
Un Palermo senza capo né coda, una squadra allo sbando, incapace di gestire un doppio vantaggio e di portare a casa una vittoria che, a un certo punto, sembrava scontata. La sconfitta interna contro la Cremonese, maturata con una rimonta incredibile degli ospiti (da 2-0 a 2-3 in venti minuti), è l’emblema del fallimento del progetto tecnico di Dionisi, un allenatore che, a questo punto della stagione, non dovrebbe far altro che rassegnare le dimissioni, guadagnandone in dignità.
La partita del Barbera inizia con il solito copione: un Palermo che si affida alle individualità, senza un gioco definito, senza un’identità precisa. La Cremonese, pur non brillando, controlla la partita e crea più occasioni da gol. I due portieri, Audero e l’ex Fulignati, sono poco impegnati nel primo tempo, che si chiude sullo 0-0. Un risultato che non illude i tifosi rosanero, già rassegnati a un’altra prestazione incolore.
Gomes e Brunori: la Speranza Dura Venti Minuti
Invece, la ripresa sembra iniziare sotto una luce diversa. Al 56′, Gomes, il migliore dei rosanero, inspiegabilmente sostituito dal tecnico toscano, trova il gol dell’1-0 con un destro chirurgico. Il Palermo sembra in controllo, Blin e Gomes sono padroni del centrocampo e al 71′, l’arbitro Collu concede un rigore (a dire il vero dubbio) al Palermo per un fallo su Di Francesco. Brunori trasforma, e il Barbera esplode. Sembra l’inizio di una festa, ma è solo l’inizio di un nuovo incubo, non c’è il tempo di festeggiare che da uno strafalcione di Diakité (Il peggiore in campo) arriva il pareggio dei grigiorossi.
Dopo il 2-1, il Palermo sparisce dal campo. Dionisi, invece di blindare il risultato, effettua cambi che si riveleranno scellerati. Fuori Ceccaroni, Gomes e Verre, dentro Vasic, Segre e Ranocchia. La squadra perde equilibrio, si allunga, e la Cremonese, in superiorità numerica in mezzo al campo e con una qualità tecnica superiore, ne approfitta. In venti minuti, il Palermo subisce tre gol, uno più incredibile dell’altro. Valoti, dopo un flipper e una traversa, trova il pareggio. Collocolo, in pieno recupero, completa la rimonta. Un disastro tecnico, tattico e mentale, che porta ancora la firma di Dionisi, incapace di leggere la partita e di dare una scossa ai suoi giocatori. Un crollo verticale.
Al triplice fischio, il Barbera si trasforma in una bolgia. Fischi assordanti e cori di contestazione nei confronti di Dionisi, invitato a gran voce ad andarsene. Un’immagine che testimonia la rottura definitiva tra l’allenatore e la piazza, stanca di prestazioni deludenti, di risultati altalenanti e dell’arroganza di questo ennesimo tecnico che dopo qualche anno su panchine “minori” si sente già un mago del pallone.
La sconfitta contro la Cremonese allontana, forse definitivamente, il Palermo dalla zona playoff. Ma, al di là della classifica, è l’atteggiamento della squadra a preoccupare. Un Palermo senza idee, senza grinta, senza carattere, che sembra aver smarrito la bussola. Esonerare il tecnico potrebbe essere l’ultima possibilità per dare una scossa all’ambiente, affidando la squadra a un nuovo allenatore, magari nato prima degli anni ’80 e che sia capace di ridare entusiasmo e motivazioni a un gruppo di giocatori che, sulla carta, ha tutte le potenzialità per lottare per traguardi più ambiziosi. La società deve prendere una decisione, e deve farlo in fretta. Il tempo delle scuse è finito, ma già da qualche mese.