Mai così diviso il tifo rosanero

Redazione
da Redazione
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Il livello di divisione all’interno del tifo rosanero, non solo ultras, ha raggiunto livelli insopportabili. A fare da amplificatore i social media, sempre più presenti nelle vite dei palermitani ed usati talvolta valicando i limiti del civile confronto. La delusione di Bari, la confusione mostrata dalla squadra con due uomini in più, hanno fatto da miccia infiammando un ambiente che covava già al proprio interno profondi rancori.

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Già da Venerdì notte un fiume in piena di critiche, ha invaso i gruppi e le pagine rosanero. Corini l’imputato numero uno, additato come principale responsabile della opaca prestazione di Bari. E come spesso avviene il passaggio dalla delusione alla rabbia avviene con estrema facilità e gli animi cominciano a scaldarsi. Si formano in modo quasi naturale due opposte fazioni, che mal si sopportano da sempre, ma che in questi giorni si stanno palesando più come parti di tifoserie avverse che come componenti della stessa compagine.

Corini sul banco degli imputati

Da un lato quelli che quasi aspettano il passo falso per potere criticare tecnico e dirigenza tout court, dall’altro lato i pretoriani a difesa dell’aristocrazia societaria senza se e senza ma, pronti a scagliarsi contro qualsiasi voce critica, a prescindere da chi la alzi. In mezzo, il luogo naturale del buon senso, ma non ci si può stare perché si viene arruolati immediatamente nell’una o nell’altra fazione.

Siamo convinti che a nessuno piaccia perdere, non piace ai pretoriani della società e non piace esaspera la critica perché vuole vincere a tutti i costi. Allora perché è sfociato l’odio tra tifosi della stessa squadra? È sufficiente pensare che Corini sia il problema? In fondo è solo un allenatore che pensa che a calcio si giochi rompendo le trame degli avversari, piuttosto che esprimendo il proprio calcio. Una idea che se non vinci ti porta inevitabilmente a subire montagne di critiche, che in questo mestiere si devono accettare, e spesso l’esonero. No, non è Corini l’elemento che ha esasperato la divisione nel tifo rosanero.

Le divisioni del tifo rosanero

Il solco che si è scavato tra le due fazioni del tifo rosanero, pare ad oggi incolmabile ed investe ormai quasi ogni tifoso rosanero, al di là delle divisioni politiche del tifo organizzato, che non sono oggetto di questo articolo. Una divisione che a nostro avviso proviene da visioni differenti degli obiettivi che deve avere la squadra. C’è chi parte da una visione della squadra e della Città che definirei “provinciale” che dice: “godiamoci la serie B e diciamo grazie a chi non ci farà fallire più”, perché a Palermo non si può pretendere di più. E c’è, di contro, chi parte da una visione diametralmente opposta, che definirei “megalomane” che dice: “siamo la quinta città italiana, la società ha fondi illimitati, allora pretendiamo di vincere la Champions League domani mattina”.

Come sempre la giusta collocazione per un’opinione pubblica che faccia sia da supporto che da pungolo utile alla crescita della società starebbe nel mezzo, ma chi prova a starci viene comunque arruolato di volta in volta in questa o quella fazione. La divisione, sfociata in punte di odio sui social media, è quindi ideologica e quindi non colmabile, il tifo rosanero sarà sempre diviso, per la natura stessa della nostra condizione di cittadini palermitani. Siamo stati collocati alla provincia disastrata di una nazione a trazione settentrionale fin dall’Unità d’Italia, ma avevamo una grande storia di centralità euro mediterranea nei millenni precedenti.

La giusta via di mezzo

Per noi e per tutti quei tifosi che affrontano il tifo rosanero e la vita con moderazione saranno anni complicati, anche allo stadio, perché questa è la stagione degli estremismi, ma con ostinazione continueremo a proporre una visione critica e punti di vista diversi, con l’auspicio che anche la società cominci a fare la sua parte per moderare gli animi, cominciando ad accettare qualche critica ed a pensare che non ci sono tifosi di serie A e tifosi di serie B.

Siamo convinti, per esempio, che con una tifoseria ed un’opinione pubblica compatta i solerti amministratori palermitani, che pensano solo a come essere rieletti, risolverebbero in tempi umani il problema del restyling del Renzo Barbera.

 

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