Corini comincia come aveva finito. Palermo sciatto e inconcludente

Simone Di Trapani
da Simone Di Trapani
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Il Palermo comincia come aveva finito lo scorso anno, buttando all’aria una partita che avrebbe vinto chiunque. Il solito rigore sbagliato, tanta confusione, assenza di verticalizzazioni, nessuno salta l’uomo, insomma la solita squadra di Corini in tutto il suo splendore. “Lasciamo sfogare il Bari” urla ai suoi il tecnico rosanero. Guai a prendere l’iniziativa, non si sa mai si trovasse un gol, visto che qualche giocatore di talento l’avremmo anche. Ma niente Corini continua ad avere le sue assurde gerarchie in testa, difesa messa malissimo, centrocampo non all’altezza e fasce laterali con calciatori inadatti a percorrerle.

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Sappiamo già che anche questa volta l’allenatore non si assumerà la proprie responsabilità. Darà la colpa al destino cinico e baro ed al ginocchio di Brunori un po’ troppo appuntito. Vedremo se anche quest’anno il management rosanero, fino ad ora piuttosto mediocre, darà eterna fiducia ad Eugenio Corini. Certo che fino a quando si potrà contare sul tifo organizzato in qualche modo l’ambiente non farà sentire con forza il suo disappunto. Certo che le ambizioni vanno assolutamente ridimensionate. Che non si dica che è troppo presto per giudicare, perché non si tratta di prima, o seconda, o ultima di campionato, ma piuttosto di valutare il gioco di un allenatore che in un anno intero ha fatto solo disastri. Cambiano gli interpreti e sembrano la fotocopia di quelli di prima. Insigne come Tutino, Vasic come Verre, Lucioni come Nedelcearu. Appena si arriva a Palermo si perde smalto e ci si scorda come si gioca al calcio, sarà l’aria che si respira o forse si può cominciare a dire che Corini non è l’allenatore giusto per le ambizioni della squadra della quinta Città italiana?

Con due uomini in più il Palermo si è fatto chiudere gli spazi, cercando di aumentare la densità nella zona centrale del campo Corini ha fatto solo confusione, senza dare ampiezza alla manovra, cosa che ci avrebbe consentito di trovare spesso la superiorità numerica, magari dalle fasce. Finendo per buttare all’ortica una vittoria certa, senza praticamente tirare in porta.

Ogni tifoso oggi ha lasciato un pezzo di fegato, finendo l’elenco degli improperi con la solita affermazione “Forza Palermo Sempre”. Ecco cerchiamo di capire che sostenere la squadra del proprio cuore non coincide esattamente con l’approvazione cieca delle scelte di un allenatore che ha non ha mai dimostrato, non dico di essere un valore aggiunto, ma neanche di non essere un ostacolo per le nostre ambizioni.

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